Tre promesse più di molti altri annunci saltano all’occhio degli osservatori politici, oggi, dopo il discorso di insediamento del nuovo governo pronunciato dal Premier Enrico Letta. Imu, “Porcellum” e finanziamento alla politica sono i primi test sui quali gli italiani potranno misurare la capacità dell’esecutivo di saper mantenere le promesse.
[ad]La scadenza più immediata è tecnica: a giugno arriva solitamente il termine per pagare il primo acconto della tassa sulla casa. E qua Letta è stato chiarissimo, impegnandosi a bloccare ogni pagamento relativo all’Imu. Le famiglie italiane non dovranno attendere molto per capire se l’esecutivo targato Pd/Pdl/Scelta Civica saprà tenere fede al Patto sottoscritto. E d’altra parte queste tre forze politiche, berlusconiani in primis, ci hanno messo la faccia in campagna elettorale sulla proposta di ridurre, rimodulare se non addirittura abolire l’odiata gabella sulla prima casa.
Molto più complicati invece appaiono i terreni degli altri due impegni assunti da Letta in aula a Montecitorio: la riforma della legge elettorale e la modifica della normativa sul finanziamento alla politica. Al di là infatti dei facili annunci e degli slogan, sulla questione “Porcellum” Letta si è impegnato per la modifica del sistema vigente, ma ben consapevole che l’azione vera e di sostanza spetterà al Parlamento ha lanciato il guanto di sfida ai partiti affinché il voto delle politiche del febbraio scorso sia l’ultimo compiuto con il “Porcellum”.
Infine sul finanziamento ai partiti il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri è stato preciso nell‘annunciare una rivoluzione dell’attuale sistema, ma leggendo tra le righe del suo intervento si comprende che non intende, il governo, abolire completamente il sostegno pubblico all’attività politica. Piuttosto punta a rispettare il dettato costituzionale che prevede di «attuare quella democrazia interna ai partiti». Letta ha così lasciato una porta aperta al finanziamento statale ai partiti, a patto però che l’attuale sistema venga rivoluzionato e che tutto in futuro possa essere rendicontato, in Parlamento come nei Consigli Regionali, e non vi siano più forme improprie e poco chiare di finanziamento nascosto dietro il paravento, ad esempio, dei rimborsi forfettari di cui la politica beneficia dopo le elezioni, nazionali e regionali.
A cura di Paolo Trapani – www.promessepubbliche.com