Il presidente francesce Hollande e il premier Letta, incontratisi ieri nella giornata del 1 maggio, sembrano aver lo stesso obiettivo. Aumentare la crescita e frenare l’austerità targata Merkel. Nella conferenza stampa congiunta il presidente socialista non ha lesinato encomi al predecessore di Letta, Mario Monti “ma adesso dobbiamo usare gli stessi sforzi, mettere lo stesso impegno al servizio della crescita. Dobbiamo proseguire il più velocemente possibile verso l’unione bancaria, in modo da avere istituti più solidi che possano finanziare le attività imprenditoriali”. Sulla stessa linea d’onda Enrico Letta. “Il mio viaggio a Berlino, Parigi e Bruxelles, deciso subito dopo la mia nomina, non è un atto di politica estera, è una questione di politica interna, perché le scelte che dobbiamo prendere in Italia saranno inutili se non vengono prese in accordo con il resto dell’Europa. L’Europa deve tornare a essere una speranza per i popoli, non può più essere percepita come una minaccia, come ciò che li fa soffrire. La nostra responsabilità è dare un futuro all’Europa, altrimenti ci aspetta un disastro democratico” ha spiegato il premier.
[ad]Musica per le orecchie di Hollande che più volte ha criticato le politiche di austerity caldeggiate da Germania e Paesi del Nord. “Siamo a un momento molto importante del nostro incontro, quello in cui ci occupiamo dell’Europa, del suo destino. L’Europa da cinque anni è la regione del Pianeta che conosce meno crescita, e noi dobbiamo reagire. È a Roma che sono stati firmati i Trattati istitutivi, e adesso sono Italia Francia e Germania, i tre grandi Paesi fondatori, a dovere rilanciare il sogno europeo”. Merkel è avvisata.