Bolivia, scontro Parlamento-Presidente sulle elezioni
Il Parlamento boliviano controllato dall’opposizione al governo ha approvato una legge che intende portare il paese alle elezioni presidenziali entro 90 giorni.
Il varo della legge ha provocato una levata di scudi nel governo, entrando in contrasto con la linea della Presidente ad interim Jeanine Áñez che ha posto in lockdown il paese a causa del coronavirus e non intende andare alle urne prima della fine della crisi legata alla pandemia.
La legge promossa dal MAS, il principale partito del Parlamento e dell’ex Presidente Evo Morales, afferma che la tornata dovrà essere celebrata entro il 2 Agosto. Inizialmente, le elezioni (che sarebbero una “riedizione” delle tanto contestate di Ottobre che portò agli scontri di piazza e alle dimissioni di Morales) si sarebbero dovute tenere il 3 Maggio, ma a causa del coronavirus, il Tribunale Elettorale aveva proposto lo spostamento in una data compresa tra il 7 Giugno ed il 6 Settembre.
La Presidente ad Interim Áñez, che figurerà tra i candidati della prossima elezione, ha accusato Evo Morales, il MAS e il futuro candidato Luis Aree di mettere a rischio la vita dei boliviani per mero interesse, nell’intento di riprendere il controllo di un paese che al momento è in quarantena obbligatoria.
La prossima settimana il governo farà appello alla Corte Costituzionale affinché la legge approvata in Parlamento venga dichiarata nulla. Tuttavia la Costituzione prevede la possibilità che il Presidente del Parlamento (in questo caso il membro del MAS Evo Copa) renda esecutiva una legge rigettata dal ramo esecutivo dello stato qualora non sussistano ragioni solide per il suo respingimento.