Gianni Cuperlo aspirante segretario del Partito Democratico
Gianni Cuperlo e Guglielmo Epifani sono due dei nomi circolati nei giorni scorsi come reggenti del Partito Democratico.
[ad]Il Partito Democratico ha al momento l’intera segreteria dimissionaria. A partire da Pierluigi Bersani il cui vice, Enrico Letta, è Presidente del Consiglio in carica. Di un governo che vede il Pd alleato di Scelta Civica e soprattutto del Popolo della Libertà.
La scelta di formare un Governo col centrodestra ha provocato disorientamento in quella che viene definita la “base” del partito. Si tratta degli elettori democratici e dei suoi iscritti.
Tutti i motivi citati finora rendono il prossimo congresso del Partito Democratico un punto di svolta non solo per la formazione politica nata ad Ottobre del 2007 ma anche un’incognita per il percorso del Governo in carica. L’altra decisione che a breve dovranno assumere i “democratici” sarà la possibilità di nominare un reggente che guidi il Partito sino alla scadenza congressuale o accelerare le operazioni per scegliere subito il nuovo segretario.
Sebbene sia presto per parlare di favoriti, almeno finché non si avranno tempi certi, vale la pena sin d’ora approfondire la biografia di uno degli aspiranti Gianni Cuperlo.
Cuperlo è presidente del centro studi del Pd. Nato a Trieste nel 1961, si è laureato al Dams di Bologna. Ha diretto la Fgci (federazione giovanile comunista italiana) alla fine degli anni Ottanta. Dal 2001 al 2006 ha fatto parte della segreteria nazionale dei Ds dove si è occupato di comunicazione politica. Vive a Roma dal 1987. Negli ultimi anni è stato docente a contratto presso l’università di Teramo e tenuto corsi di Teoria e tecnica della comunicazione pubblica e di Comunicazione politica. Ha lavorato alla direzione del Pds e collaborato con D’Alema ai tempi della Bicamerale. Deputato Pd dal 2008.
Sabato intanto si riunisce l’assemblea nazionale del Partito Democratico. Oggi in un suo intervento Civati, critico verso la formazione del Governo Letta cui non ha accordato la fiducia in dissenso con la linea del partito, ha ironizzato sull’attivismo del gruppo dirigente che, pur dimissionario, non sembra ben intenzionato a lasciare la scena. Rispetto alle due candidature accennate di Cuperlo ed Epifani ha parlato di un “derby, diciamo, in cui le magliette si faticano a distinguere” per essere entrambi troppo vicini al gruppo dirigente uscente. Fino a minacciare possibili rotture: “se faranno davvero così, il Pd ci toccherà farlo da un’altra parte. Perché questo non è più il Pd, aperto e inclusivo che ci eravamo raccontati: è più o meno il suo contrario. Ed è la prosecuzione (con gli stessi mezzi) di quello che abbiamo visto al lavoro negli ultimi venti giorni. Con i successi che sappiamo.”
In un’intervista di Aldo Cazzullo pubblicata oggi dal Corriere Veltroni, già segretario del PD, ha chiesto maggiore inclusione. “Deve e può fare il segretario del Pd non chi rappresenta mezza mela, come se Letta dovesse rappresentare l’altra.” Ed offerto un suggerimento a Renzi che avrà per forza di cose un ruolo centrale nel prossimo congresso. Veltroni su Renzi “è il talento più evidente sulla scena. Se dovessi dargli un consiglio, gli direi di coltivare la profondità. Di apparire non una figura di questo veloce, bulimico, leggero dibattito politico, ma una risposta solida e profonda ad uno smarrimento che nella società italiana ha dimensioni eccezionali”.
Intervento critico sul futuro del Partito Democratico di Sergio Chiamparino: “Sono due anni che ho smesso di fare il sindaco se il Pd avesse ritenuto di volermi utilizzare lo avrebbe già fatto. Non lo ha fatto evidentemente non mi considera una risorsa”. L’ex sindaco di Torino continua “a me sembra mi chiamino solo i titoli dei giornali. Sto facendo un altro lavoro (il presidente della Compagnia di San Paolo) con interesse e credo bene. L’unica notizia – ha detto scherzando – è che se va via Conte mi chiamino a fare l’allenatore della Juve”.