Polemiche a Cinque Stelle

Il 18 giugno 2011, appena conclusasi la tornata elettorale e referendaria, il MoVimento 5 Stelle organizza una riunione a Milano a cui sono invitati tutti i 150 eletti del MoVimento negli enti amministrativi italiani. Formalmente, una riunione per festeggiare il buon esito delle elezioni amministrative e dei referendum. Tra gli organizzatori dell’incontro, il comico Grillo, anima del MoVimento, ed i fratelli Davide e Gianroberto Casaleggio, titolari dell’omonima azienda di marketing che da anni gestisce l’organizzazione e le strategie del comico genovese.

[ad]Che la riunione, contrariamente da quanto affermato, fosse qualcosa di più di un semplice festeggiamento, lo si è potuto intuire dal divieto assoluto di scattare fotografie, effettuare riprese video o registrare tracce audio dell’evento, per non parlare della possibilità di disporre di una diretta in streaming. Per un movimento che fa della trasparenza il proprio asse portante, e che chiede le dirette web delle sedute dei consigli comunali e regionali di cui fa parte, una situazione piuttosto insolita. In realtà, a questo genere di incontri a cadenza semestrale pare che questa sia la prassi: come si legge in un post sul meet-up di Napoli, un candidato sindaco si era visto arrivare una diffida dai legali di Grillo per aver utilizzato una videocamera per alcuni secondi.

La riunione è durata circa tre ore e mezza, dalle 11 alle 14:30, e dopo un preambolo dedicato ai festeggiamenti per i risultati delle amministrative e l’analisi dei casi di comunicazione utilizzati dai candidati del MoVimento 5 Stelle, la Casaleggio ha presentato una lista di quattro persone scelte per l’attuazione di alcune attività tecniche: Matteo Olivieri (Reggio Emilia), per la raccolta della documentazione sui progetti realizzati dal MoVimento nei consigli comunali e regionali, David Borrelli (Treviso), incaricato della raccolta della documentazione necessaria per la creazione e la presentazione delle lsite, Vito Crimi (Brescia), che dovrà raccogliere e analizzare i programmi delle liste locali e le metologie per la loro stesura, e Vittorio Bertola (Torino), che dovrà progettare il portale informatico per condividere a livello nazionale tutta la documentazione presentata dai consiglieri. A questo link, sul forum del MoVimento 5 Stelle Piemonte, un breve resoconto dell’evento offerto da Vittorio Bertola.

Proprio queste nomine hanno suscitato più di un mal di pancia all’interno del MoVimento: Davide Bono (Torino) e Raffaele Fico (Napoli), hanno sollevato dubbi sulle modalità operative di tale scelta, fatta da Grillo e dalla Casaleggio senza alcuna consultazione né degli iscritti né degli eletti, e sul reale ruolo – ed in particolare sulle ricadute politiche di tale ruolo – dei nominati.
Sempre sul forum del MoVimento 5 Stelle Piemonte il consigliere regionale Davide Bono ha espresso la sua posizione sul tema con un intervento in cui ribadisce i suoi punti di dubbio:

Non ho fatto un po’ di polemica, ho semplicemente fatto quelle critiche che avreste dovuto fare voi. Che 4 ruoli di coordinatori tecnico-politici andavano condivisi non dico neanche con la base ma almeno con i 135 eletti. Solo voi potevate farlo dicendo che avreste accettato l’incarico solo dopo il consenso degli eletti. Sarebbe stato un plebiscito – non certo un voto, perchè un voto si fa su delle candidature spontanee e non spintanee – ma sarebbe stato molto diverso.

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E tra l’altro non si sa come faranno 3 eletti in Comune a gestire la piattaforma se non delegando ad altri e creandosi la propria organizzazione (sic!). E come la mettiamo con i doppi incarichi?

 

Non si sa quale sarà il vostro ruolo nè lo sapete voi. A me sul treno la mattina stessa mi hai parlato di lavoro informatico sulla piattaforma. Invece sei poi stato presentato come coordinatore nazionale degli atti di indirizzo delle liste comunali, il che è un ruolo politico.

 

Si sa solo che avrete amplissima discrezionalità nel gestire il ruolo affidatovi. E così tu sceglierai i tecnici che vorrai tu, Borrelli, Crimi, Olivieri idem.
E la discrezionalità si può dare solo a grandi uomini e non so dire se tutti voi lo siate. Su uno ad esempio si leggono commenti poco edificanti online…

 

Spero che Casaleggio vi controlli bene perchè noi non vi potremo controllare anche perchè non vi abbiamo eletto noi e non sappiamo come sfiduciarvi nel caso di errori o mala gestio. Un po’ come i politici. Inventeremo il recall online anche per i coordinatori?

Da quest’altro intervento emerge poi un altro dettaglio inquietante:

Dalla mail di Davide
“Strappo il microfono alle 14.30 chiedendo lumi: chi ha deciso chi e se sono ruoli tecnici o politici? Mi si risponde che se qualcuno del territorio me lo chiede devo mandarlo a fanculo.”

Anche questo post evidenzia i punti focali del problema:

Perché non fare un bando pubblico in cui, chiunque voglia, possa mandare il suo cv per coprire quella carica?
Perchè sono stati nominati per ruoli tecnici degli eletti già impegnati su altri fronti (con migliaia di voti alle spalle)?
Perchè i nominati provengono dalle 4 Regioni dove il MoVimento ha più peso?
Quando terminerà l’incarico? Chi lo deciderà?
Non dobbiamo essere un partito nella misura in cui non possiamo dare fastidio ai leader?

[ad]Le domande sono in effetti molte: se la riunione era solo per festeggiare, perché non trasmetterla in streaming? Perché non festeggiare idealmente con tutti i simpatizzanti? Chi ha scelto il coordinamento dei quattro? Gli incarichi saranno tecnici o politici? In che modo questi incarichi impatteranno sul lavoro degli eletti nei consigli comunali? Che discrezionalità avranno i quattro nel costruire i loro gruppi di lavoro? Chi ed in che modo potrà sfiduciarli in caso di problemi? I dati saranno a disposizione dell’intero MoVimento? L’eventuale software sviluppato sarà open source oppure sarà di proprietà di Grillo o della Casaleggio?

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[ad]Il 28 giugno lo stesso Grillo, con un post sul suo blog, interviene per minimizzare la questione e specificare il ruolo puramente tecnico dei quattro nominati. Ma se questo può tranquillizzare chi teme il cumulo delle cariche non vengono sopiti i dubbi elencati ai punti precedenti.

Vittorio Bertola, uno dei quattro scelti, così resoconta:

Giovedì scorso, su loro richiesta, sono andato a Milano dai Casaleggio, che mi hanno spiegato che, viste le continue richieste da parte di tutta Italia, si erano decisi ad affidare alcune attività di sviluppo della piattaforma nazionale a persone del Movimento di loro fiducia e con le capacità adatte al lavoro. Non mi hanno detto chi erano le altre, ma hanno detto che a me chiedevano di mettere mano a Movable Type (il sistema informatico su cui gira beppegrillo.it) per realizzare un archivio nazionale di interrogazioni, proposte di delibera e altri documenti presentati dai consiglieri eletti nei propri Comuni, e facilitarne la condivisione.

Sulla base di queste parole, svanisce ogni dubbio sulla provenienza della nomina: i Casaleggio, e solo loro, sono stati gli artefici della scelta; non vi è stata alcuna consultazione della base; una decisione calata dall’alto, senza condivisione quantomeno dei criteri. Esattamente il metodo che il MoVimento 5 Stelle depreca più di ogni altra cosa.

Con un vero e proprio salto del cavallo, Bertola dichiara poi le proprie dimissioni da consigliere comunale sottoponendosi, secondo le procedure interne al MoVimento, alla decisione degli elettori, dimostrando così di preferire l’incarico per cui è stato cooptato dalla Casaleggio rispetto a quello per cui è stato designato da migliaia di elettori torinesi. La critica assume ancora maggior valore se si tiene conto delle dichiarazioni dello stesso Bertola che aveva affermato di riuscire a fare solo uno o due anni del proprio mandato in Consiglio a causa delle sue esigenze lavorative e non ha invece ritenuto un ulteriore peso il progetto del repository nazionale delle proposte e delle interrogazioni del MoVimento.

Quotidiani e blog non simpatizzanti con il MoVimento non hanno naturalmente esitato a cogliere la palla al balzo: L’Espresso e La Repubblica, Il Giornale, La Stampa sono solo alcuni esempi del tam-tam che si sente in rete e che vede più di un grillino, per una volta, non chiudersi a riccio contro i mezzi di informazione e a porsi domande sulla condotta di Grillo e dei Casaleggio.

I link puntuali e le citazioni degli esponenti del MoVimento lasciano infatti in questo caso poco adito a dubbi: nella giovane formazione alternativa alle coalizioni principali vige un effettivo problema di democrazia interna, e la storia repubblicana insegna che un partito tende a governare il Paese come governa sé stesso. Certamente non un buon viatico per il MoVimento 5 Stelle, chiamato nei fatti a non rinnegare i valori per cui è nato, e grazie ai quali è stato in grado di calamitare consensi in questo primo scorcio di XXI secolo.