Beppe Grillo, come annunciato nei giorni scorsi, è sceso a Roma dove ha incontrato i parlamentari pentastellati. Tema dell’incontro la discussa “diaria“. Bisogna restituirla o trattenerne una parte per sè? Grillo è tranchant: “Se avete firmato qualcosa, dovete rispettarlo“. In parole povere. La diaria va rendicontata e restituita. “Niente creste” ha avvertito poi Grillo. “Ricordiamoci da dove siamo venuti” ha rimarcato il comico. “Siamo quelli che ricostruiremo questo paese dalle macerie, come i nostri padri dopo la guerra si aiutavano tra loro” ha poi aggiunto Grillo. “Non siamo attaccati alle poltrone. Se non riusciremo a cambiare questo Paese, meglio andarsene in massa”. Infine il comico riserva una “minaccia” ai suoi parlamentari: “Metteremo nomi e cognomi di chi vuol tenersi i soldi“.
[ad]Il primo a farne le spese è stato il vicepresidente dei pentastellati all’Ars siciliana Venturino. Il deputato siciliano pochi giorni fa si era permesso di criticare la strategia politica di Grillo. “Non capisco più se Grillo abbia una strategia politica. Dobbiamo metterle mani dentro al calderone istituzionale e dimostrare alla gente di non essere un’occasione perduta. Se avessimo preso a modello l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera, frutto del dialogo col Pd, oggi avremmo un ruolo incisivo e Berlusconi starebbe all’opposizione: volevamo e potevano fare la rivoluzione e invece gli abbiamo consegnato il Paese. In questo modo tradiamo gli oltre 8 milioni di italiani che hanno creduto in noi”. Venturino era intervenuto sul tema indennità: “Siamo entrati in un meccanismo per il quale dobbiamo difenderci e giustificare i rimborsi spese, pur rinunciando come nel mio caso al 55% dello stipendio. Io ritengo che con uno stipendio di 2.500 euro al mese, sia inibito l’espletamento del mandato parlamentare”.
Parole che non erano piaciute al Movimento 5 Stelle. “Venturino si pone fuori dal M5S. Ha infatti violato una delle regole fondanti: la restituzione, con rendicontazione, delle somme eccedenti i 2500 euro più rimborsi spese. L’ultima restituzione di Venturino e’ infatti relativa allo stipendio di febbraio. Da allora il black-out, nonostante i pressanti e ripetuti inviti fatti da tutti i colleghi. Finora Venturino ha restituito circa 13 mila euro a fronte dei 30 mila di tutti gli altri componenti del gruppo. Le presunte divergenze di natura politica accampate, sono da ritenersi una foglia di fico a copertura di precise scelte evidentemente maturate da tempo”. Infine è arrivata la scomunica “virtuale” da parte di Grillo. “Venturino e’ fuori dal M5S”.