Beppe Grillo dice la sua sulla possibile introduzione, nel nostro ordinamento, del cosiddetto “ius soli”, ossia il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana al momento della nascita, senza dover aspettare i 18 anni , come invece prevede l’attuale normativa.
[ad]In risposta all’apertura, su questo terreno, del ministro Cècile Kyenge, Grillo scrive sul suo blog: “questa norma in Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate. Lo ius soli, se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni, è già un fatto acquisito. Chi vuole, al compimento del diciottesimo anno di età, può decidere di diventare cittadino italiano. Questa regola può naturalmente essere cambiata ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita.”
Dunque, secondo Grillo, se proprio si devono cambiare le regole, vi sia il referendum : “una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere presa da un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente”.
Ma non è solo il tema dello ius soli a scaldare l’atmosfera; in questi giorni, infatti, il leader del Movimento 5 Stelle, ancora una volta dal suo blog, non ha risparmiato attacchi nemmeno ai suoi parlamentari, sul tema della restituzione degli stipendi percepiti : “ abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene, va ammesso. Un piccolo gruppo di parlamentari non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute. Nel codice di comportamento, sottoscritto dai candidati, il trattamento economico era chiaro: 5.000 euro lordi e le spese sostenute a piè di lista con la rendicontazione. Il resto andava restituito con modalità da definire da parte dei gruppi parlamentari: onlus, fondi di microcredito alle imprese, ecc. I parlamentari percepiscono una diaria e alcuni vorrebbero trattenere la differenza tra questa e le spese; ieri ho parlato con loro alla Camera anche di questo. Alcuni, pochi, non erano convinti”.
Proprio su questo tema c’è stato, nella giornata odierna, un botta e risposta tra il premier Enrico Letta e lo stesso Grillo. Il presidente del Consiglio non ha risparmiato una frecciata: “Se Grillo la butta sull’insulto personale vuol dire che non ha altri argomenti. Lui insulta ma io mi occupo dei problemi del Paese e con un decreto taglierò lo stipendio ai miei ministri, mentre vedo che lui fatica a togliere la diaria ai suoi parlamentari che gli si ribellano contro”.
Parole che hanno causato l’immediata replica dell’ex comico genovese, che considera Letta “un mantenuto dalla politica dal 1996. Non accettiamo lezioni da una persona che si tiene stretta i 46 milioni di euro di rimborsi elettorali del pdmenoelle, mentre il MoVimento ha rinunciato a 42, e i cui parlamentari prendono lo stipendio pieno, mentre quelli del M5S se lo sono già dimezzato”. Emblematica la chiusura: “Piglia e porta a casa capitan Findus”.