Spagna, Sánchez si assicura proroga stato d’allarme con non poche difficoltà

22Il Presidente del Governo spagnolo, il socialista Pedro Sánchez, è riuscito a portare a casa un’ulteriore proroga di altri 15 giorni dello stato d’allarme in vista della sua scadenza il prossimo 9 Maggio.

Una prospettiva resasi nelle ultime ore di sempre più difficile realizzazione; il leader del Partido Popular, Pablo Casado, aveva difatti chiamato il Premier per annunciargli il diniego dell’appoggio del suo partito, il maggiore dell’opposizione, ad un’ulteriore estensione della misura che, regolata dall’art. 11 della Legge Organica 4/1981, consente, fra gli altri, limitazioni alla libertà di circolazione, requisizioni di beni mobili e immobili privati (ad eccezione dei domicili) e imposizioni di prestazioni personali.

Agli 88 deputati popolari passati al fronte del No, si sono aggiunti anche i 13 repubblicani catalani di ERC, prima astenutisi.

“La proroga dello stato d’allarme non ha alcun senso. Le restrizioni avevano una finalità quando le terapie intensive erano al collasso” ha affermato Casado in un’intervista a Onda Cero, sottolineando però che la sua posizione è parametrata “ad oggi”, non escludendo quindi un ripensamento.

In soccorso della volontà governativa sono giunti i liberali di Ciudadanos, guidati da Ines Arrimadas. I suoi 10 scranni assicurano l’approvazione della disposizione al Congresso, a prescindere dalla decisione che i nazionalisti baschi del PNV prenderanno in merito. I loro deputati infatti, attestatisi sull’astensione, sono in contatto col Governo per accedere al fronte del Sì e garantire maggiore tranquillità nel voto in aula all’esecutivo a guida socialista.

 

Per ottenere l’appoggio dei centristi di C’s, Sánchez ha accettato di mantenere contatti settimanali costanti con il partito della Arrimadas per informarlo sull’andamento della crisi sanitaria e di aprire un dialogo in merito a misure economiche concordate. a sostegno delle PMI e dei lavoratori autonomi.