No Tav: assalto nella notte tra lunedì e martedì al cantiere Tav. Hanno assalito il cantiere con bengala e razzi.
[ad]L’episodio si è registrato al cantiere di Chiomonte. Circa trenta persone, nella notte, poco dopo le tre hanno provato ad introdursi nel cantiere tagliando un piccolo tratto di recinzione e bloccando con cavi di acciaio varchi di solito utilizzati dalla Forza Pubblica per gli interventi all’esterno dell’area.
L’attacco è avvenuto usando razzi esplosi da un mortaio, bengala e altri artifici pirotecnici, oltre a bombe carta e bottiglie incendiarie. Le forze dell’ordine hanno reagito usando lacrimogeni.
Oggi pomeriggio, alle 18.00 in Prefettura a Torino è convocato il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza con la partecipazione dei ministri Alfano e Lupi. Intorno alle 13,00 è intercorsa una telefonata tra il ministro dell’Interno Alfano ed il presidente del Piemonte Cota. In sintesi il pensiero del governatore Cota “Le nostre istituzioni non possono essere lasciate sole, penso a prefettura, questura, magistratura e i sindaci. Chiedo al governo di fare qualcosa. Soprattutto in vista dell’estate. I cosiddetti campeggi no-Tav non possono essere autorizzati visto che diventano assembramenti paramilitari”.
Parole di condanna anche dal ministro delle Infrastrutture Lupi: “I teppisti e i violenti vanno unanimemente condannati e isolati. Quanto è successo questa notte è inaccettabile e intollerabile. I trenta delinquenti che hanno assaltato un cantiere della Tav devono sapere che la loro violenza non fermerà un’opera fondamentale e strategica per l’Italia e per l’Europa”. Sempre il ministro “si tratta di un’opera a favore della quale si sono impegnati tutti i governi”. Da parte del Governo c’è volontà di “continuare il confronto e il dialogo con le popolazioni locali, ritenendo fondamentali anche le opere compensative per i Comuni della valle”.
Il dl presentato dal M5s – I parlamentari del M5s al Senato hanno presentato un disegno di legge per abrogare i trattati italo-francesi in materia di Tav. “Oggi – spiega il senatore Scibona, primo firmatario della richiesta – ribadiamo con forza e sempre più convinti che non vi è alcuna ragione per proseguire con il progetto, ormai obsoleto, ma vi è anzi l’urgenza immediata di annullare l’Accordo per salvaguardare le nostre finanze, le finanze francesi e le finanze comunitarie, in presenza di spese che inspiegabilmente continuano a generarsi sia in territorio italiano che in territorio transalpino in relazione a determinati lavori”.