Fact checking di Pagella Politica: Renzi sulle persone a rischio povertà
Matteo Renzi ha dichiarato: “Noi abbiamo circa 8 milioni di persone, in Italia, che sta rischiando di andare nella fascia di povertà”.
[ad]Come già affermato da Silvio Berlusconi, e confermato dall’ultimo rapporto sulla coesione sociale dell’Istat, in Italia sono 8 milioni 173 mila gli individui a rischio povertà nel 2011, corrispondenti a più di 2 milioni 782 mila famiglie vicine alla soglia di povertà.
Renzi non sbaglia, quindi, nel ricordare questo preoccupante dato. Cosa implica, però, il rischio di andare nella fascia di povertà?
La linea di povertà è una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi, al di sotto della quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. Il rapporto precisa che la soglia, per una famiglia di due componenti, è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese: nel 2011 era di 1.011,03 euro. Il 13,6% della popolazione italiana è quindi al di sotto di questa soglia, con una situazione più favorevole nelle Regioni del Nord e più drammatica nel Mezzogiorno, particolarmente in Calabria e Sicilia, dove oltre un quarto delle famiglie sono povere, con una percentuale di 26,2% e di 27,3% rispettivamente (vedi pagina 39).
Utile precisare anche che ci sono 1 milione 297 famiglie, o 3 milioni e 415 individui – pari al 5,2% della popolazione italiana – di poveri assoluti: l’incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia di povertà corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi, considerato essenziale per uno standard di vita minimamente accettabile. Le famiglie classificate come assolutamente povere sono quelle con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia assoluta, la quale si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del Comune di residenza.
Per completezza di informazione, aggiungiamo che secondo l’Eurostat la percentuale di persone a rischio di poverta nel Belpaese è sensibilmente più cospicua: sarebbe, infatti, il 28,2%, e quindi più del doppio della percentuale rilevata dall’Istat. Qui il valore utilizzato per calcolare il rischio di povertà è basato sulla distanza dal reddito mediano, e la soglia è posta al 60% del reddito.
Citando l’istituto di statistica nostrano, Renzi si merita comunque un “Vero”.
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