La querelle sulle intercettazioni torna a tenere banco nella politica italiana. E divide i partiti della nuova “strana maggioranza”. A dare fuoco alle polveri è stato Enrico Costa, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia che oggi ha deciso di depositare una proposta di legge identica al testo Alfano che mirava a una stretta sullo strumento investigativo. “Il mio testo è identico a quello che era stato presentato dal governo Berlusconi ed è una scelta politica – spiega Costa – Proprio ieri, nell’Ufficio di presidenza della commissione, ho chiesto che sia data la priorità a quei provvedimenti che erano già stati approvati da una parte del parlamento, in primis le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, in materia di giustizia”.
[ad]A stretto giro è arriva la replica da parte del Pd. “Il tema delle intercettazioni non è certamente una priorità nell’ambito delle importanti riforme che attendono i cittadini per l’efficienza della Giustizia” ha chiarito Anna Rossomando, deputata Democratica della Commissione Giustizia. “Sulle intercettazioni telefoniche il Pdl vuole arrivare allo scontro” ha invece chiosato duramente il senatore Pd Felice Casson vicepresidente della commissione Giustizia.
No dall’Anm – “Siamo contrari a interventi che tocchino condizioni, modalità e tempi delle intercettazioni”. Cosi’ il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli in merito ai disegni di legge depositati in Parlamento. “Le toghe – ha aggiunto – sono contrarie a ogni intervento che depotenzi o renda molto difficile il ricorso a questo strumento”. Per il ministro della Giustizia Cancellieri: “Legge sulle intercettazioni non è una priorità”.