Monti eletto presidente di Scelta Civica. Obiettivi principali sono l’Europa ed il ricompattamento dei moderati.
[ad]Dopo settimane difficili, sembra cambiare il clima all’interno di Scelta Civica, dove è stato eletto all’unanimità dall’assemblea degli eletti Mario Monti alla presidenza del partito. Ora sono da definire i non distesi rapporti con Italia Futura e UDC.
Si è riunita il 16 maggio a Roma, nella nuova sede nazionale di via Poli 29, l’assemblea degli eletti di Scelta Civica. Mario Monti ha successivamente comunicato che “dopo aver portato a termine l’incarico di Presidente del Consiglio, ha riflettuto sulla richiesta rivoltagli da tempo da molti eletti e aderenti di assumere il ruolo di Presidente di Scelta Civica. Ha quindi comunicato la propria disponibilità ad assumere la presidenza”.
Mario Monti, dopo aver comunicato la sua disponibilità a ricoprire la carica di presidente del partito, è stato eletto dall’assemblea all’unanimità. Monti ha però deciso di accettare l’incarico con riserva, in attesa dell’approvazione di un organigramma provvisorio che sarà posto approvato giovedì prossimo.
Il professore ha quindi una settimana per rimettere insieme i cocci di un partito che, dopo la magra figura elettorale, sta vivendo tensioni sia all’interno che all’esterno con gli alleati.
Monti, infatti, nelle scorse settimane è stato messo nel mirino da varie anime del movimento. Dopo il deludente risultato elettorale, Monti aveva deciso di prendersi un momento di riflessione, quasi disimpegnandosi dalla politica. Questa scelta aveva lasciato il movimento nell’anarchia, senza una guida, senza una struttura, senza una sede.
Tra gli eletti era già stato stilato un documento per chiedere una linea politica chiara e che voleva aprire un dibattito interno, cercando però di evitare la spaccatura. In tale documento, tra le altre cose, si accusa il professore di essersi disimpegnato dal partito ma, allo stesso tempo, “ha portato avanti le trattative per le cariche senza dare uguale peso alle varie anime del movimento”.
Su questa scia si posiziona anche Italia Futura, il movimento di Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente della Ferrari aveva annunciato in questi giorni una rifondazione di Italia Futura, facendo capire che non sarebbe stata certa la continuazione della collaborazione con Scelta Civica. Stessa situazione per l’UDC dove Buttiglione, presidente del partito, aveva minacciato gruppi separati se non si fosse messo in piedi un progetto serio.
Nell’UDC sono due le ipotesi predominanti in vista del congresso: o si parte con la rifondazione del partito, e in tal caso è facile che si abbandoni Monti, o ci si scioglie e si lavora proprio con Monti per un soggetto unico ma tal ipotesi è più difficile finché i rapporti restano tesi.
Monti, però, non demorde e sembra voler riprendere in mano il partito dopo l’elezione a presidente. Infatti, tra gli obbiettivi del professore, ci sono la strutturazione del partito sul territorio, per rendere più proficuo il lavoro del movimento, e la voglia di occupare le cariche di Presidente del Consiglio o della Commissione Europea, che saranno rinnovati a breve. Ma gli screzi continuano anche sull’ambito europeo, dove non è ancora chiara la collocazione visto che si è divisi tra i Popolari, voluti per lo più dall’ala cattolica del movimento, e i liberali dell’ALDE, a cui sono più vicini i “montiani” puri.