Mercati in rialzo ancora una volta a senso unico in settimana passata, ovvero in rialzo, ma i segnali lasciano supporre che qualcosa di strano in questa scalata c’è.
[ad]I volumi, pur non crollando, non stanno seguendo i prezzi: ad esempio il future sul Dax, l’indice tedesco, nella serata di venerdì, dopo le 21, ha superato di oltre 60 punti i massimi (storici) della giornata, un deciso nonsense, se si considera che la performance dei mercati americani è stata ben più modesta.
La salita appare quindi trascinata più dallo scattare degli stop delle sempre più copiose posizioni ribassiste sui mercati che sulle buone notizie economiche, che continuano a mancare. Fino ad ora, infatti, i recuperi sono sembrati più rimbalzi che veri e propri cambi di rotta, mentre le varie aree economiche mostrano andamenti contrastati.
Il Giappone ha appena cominciato a verificare gli effetti dell’Abenomics, finora positivi, gli USA continuano a crescere moderatamente, anche se la salute del mercato del lavoro non si rispecchia benissimo nel calo del tasso di disoccupazione.
Continua la crisi europea, mentre la Cina pare andare più lentamente di quanto era atteso, mentre si scopre che i dati macro rilasciati da Pechino potrebbero essere gonfiati per mascherare uno hard landing che pare già in atto. La Cina sta diventando una economia avanzata, con tutti i guai in termini di minor crescita che questo comporta?
L’agenda macroeconomica per Lunedì prevede soltanto i nuovi ordinativi all’industria italiana: atteso un calo su base mensile dello 0,8 per cento contro il -2,5 per cento precedente.
Mercoledì, oltre ai gli aggiornamenti della politica monetaria del Giappone, conosceremo le vendite al dettaglio del Regno Unito, che su base mensile dovrebbero restare invariate dopo il calo dello 0,7 per cento della rilevazione precedente.
Negli USA le vendite di abitazioni esistenti dovrebbero salire a 4,99 milioni, in aumento di 70 mila unità rispetto al dato precedente. In serata usciranno anche i verbali della Fed, che riportano le posizioni in sede alla banca centrale a proposito della politica monetaria statunitense.
Giovedì usciranno alcuni indici direttori degli acquisti, in particolare quello cinese manifatturiero e quelli francese, tedesco ed europeo. Mentre quello del Dragone dovrebbe essere lievemente superiore ai 50 punti, per gli altri la lettura dovrebbe essere ancora al di sotto della soglia che separa la recessione dall’espansione. Unico indice previsto al limite è quello del terziario tedesco, atteso appunto a 50 punti. Attese anche le vendite al dettaglio in Italia, che su base mensile dovrebbero crescere dello 0,3 per cento contro il -0,2 per cento precedente. Infine, almeno per l’Europa, la stima preliminare del Prodotto interno lordo del Regno Unito dovrebbe segnare un aumento dello 0,3 per cento su base trimestrale. Dall’altro lato dell’atlantico sono attese le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che dovrebbero scendere a 346mila unità contro le 360mila precedenti. Le vendite di nuove abitazioni, infine, dovrebbero salire a 425mila unità contro le 417mila precedenti.
Venerdì sarà un giorno importante per la Germania: atteso il dato sul Pil, che nella rilevazione precedente si era fermato a +0,1 per cento su base trimestrale e -1,4 per cento su base annua. Per quanto riguarda l’Italia conosceremo l’indice della fiducia dei consumatori che dovrebbe rilevare sostanzialmente fermo a quota 86,8. Gli ordinativi di beni durevoli USA dovrebbero tornare in crescita professionale dopo il calo della rilevazione del mese scorso.