Napolitano misure immediate per il lavoro Pronta la “staffetta generazionale”
“Quella che viviamo è una crisi angosciante, servono immediate misure per il lavoro”. A dirlo è il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lancia così un messaggio a Susanna Camusso, segretario della CGIL, durante la commemorazione di Massimo D’Antona, ucciso 14 anni fa. Il messaggio non resta una frase volante, ed infatti è cominciato il lavoro per incentivare l’aumento di occupazione, concentrandosi particolarmente sulla disoccupazione giovanile.
[ad]Sembra partito con il turbo il lavoro del ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Infatti nel consiglio dei ministri del governo Letta sta avviando una serie di studi e ricerche per verificare l’applicabilità di un disegno di legge presentato da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro per il PD, e Pier Paolo Barretta, sottosegretario all’Economia. Il disegno di legge dei due parlamentari democratici, presentato prima della formazione del governo, prevede una flessibilità per l’uscita dal mercato del lavoro. Ed è da questa idea che sta partendo il lavoro dell’ex presidente dell’ISTAT. Considerando che, in seguito alla riforma sulle pensioni dell’ex ministro Elsa Fornero, l’età pensionabile è fissata a 66 anni e 3 mesi, l’idea era quella di proporre un’uscita anticipata per il lavoratore che ha conseguito 35 anni di contributi e che potrebbe andare in pensione dopo i 62 anni se accettasse un taglio dell’assegno dell’8%. In questo modo, visto il modico taglio della pensione, potrebbe verificarsi una sostanziale modifica dell’età pensionabile, e, contemporaneamente, si combatte la disoccupazione giovanile.
Ma non si ragiona solo sul prepensionamento. Altra idea è quella della flessibilità in uscita dal lavoro, basato sulla proposta di part-time a lavoratori arrivati alla fine della carriera e prossimi alla pensione. L’idea, definita dal premier Enrico Letta, “staffetta generazionale”, è quella di proporre ai lavoratori a fine carriera un contratto part time, che gli permette di lavorare meno ore anche se con uno stipendio più basso. In cambio la sua azienda può assumere due giovani con contratti a termine o un giovane con contratto a tempo indeterminato, il tutto con la compartecipazione dello Stato che provvederà a versare una parte di contributo al lavoratore anziano che, in caso contrario, otterrebbe una pensione più bassa rendendo quindi non vantaggioso il part-time. Questo provvedimento, secondo gli organi preposti, costerebbe allo Stato circa un miliardo di euro per ogni cento mila assunzioni. La mossa potrebbe essere applicata anche alla pubblica amministrazione, assumendo un giovane ogni tre pensionati. La mossa, fa sapere Giovanelli, responsabile per la Pubblica Amministrazione del PD, potrebbe far scendere il numero di dipendenti di 250 mila unità, liberando quasi 80 mila posti di lavoro, il tutto a costo zero visto che assumere un giovane costa 24 mila euro, come il guadagno dal prepensionamento di 3 dipendenti anziani. Questi 80 mila posti di lavoro, però, se li contenderebbero i giovani senza impiego, i 110 mila precari della pubblica amministrazione e i 70 mila vincitori di concorsi pubblici ma non ancora convocati per effetto della spending review del governo Monti.
Il meccanismo della staffetta non è una novità. Infatti fu previsto anche da Franco Marini all’inizio degli anni ’90, quando era allora ministro del Lavoro, ma fu un provvedimento fallimentare poiché, visto che lo Stato non offriva la compartecipazione al pagamento dei contributi per la pensione, quasi nessuno accettò un abbassamento della pensione in cambio di meno ore di lavoro. La situazione, invece, potrebbe radicalmente cambiare in questo caso, visto che il lavoratore anziano godrebbe della stessa pensione.
Francesco Di Matteo