Da giorni Enrico Letta ha impresso una accelerazione al tema dei rapporti tra Italia e Unione Europea, lanciando messaggi espliciti sulla necessità di rivedere le politiche comunitarie sulle ricette economiche per uscire dalla crisi.
Nelle sede istituzionale del Senato, prima di partire alla volta di Bruxelles per il Consiglio Europeo, il Presidente del Consiglio ha voluto esplicitare le richieste che porterà all’attenzione dei partner europei.
[ad]Affermando la necessità di un dibattito che viene chiesto “dai popoli europei che fronteggiano la più grave crisi economica dei tempi recenti” senza alcun muro pregiudiziale, Letta rivendica il ruole centrale dell’Italia (“per storia e tradizione nel cuore dell’Europa”) nella costruzione di una “unione monetaria, finanziaria, bancaria”.
Tutti obiettivi da inquadrare nell’obiettivo storico dell’unione politica” gli Stati Uniti d’Europa. Ma Roma non intende più subire passivamente alcune scelte: così “l’Italia va con la schiena dritta a trattare nel nome degli interessi del nostro Paese” in Europa, ha affermato il primo ministro.
Per il premier la crisi politica dell’Europa è dovuta alla “carenza di risultati”, e per questo chiede che il prossimo Consiglio Europeo non sia “di routine” ma adotti “misure concrete”, in particolare sul tema, considerato prioritario, delle politiche per l’occupazione giovanile. Su questo punto Letta ha annunciato di voler scrivere una lettera al presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, per sollecitare ulteriormente l’urgenza del problema.
Letta ha espresso la volontà di un deciso cambio di strategia del Governo italiano nei confronti dell’Unione Europea, mirato a chiedere la revisione delle politiche di austerità che paiono incapaci di risolvere, almeno a breve termine, la crisi economica e finanziaria in corso. E sul tema dell’occupazione giovanile il premier ha incassato la fiducia del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con una telefonata Roma-Washington nella giornata di ieri. In una nota Palazzo Chigi afferma che il presidente Obama si è detto “si è detto pienamente d’accordo circa l’esigenza di prestare attenzione prioritaria alle politiche volte a fronteggiare la disoccupazione giovanile” assicurando collaborazione tra Usa ed Europa per uscire dalla crisi.
Il premier ha indubitabilmente rilanciato l’azione del Governo in politica estera sia a Bruxelles che nei rapporti con lo storico alleato d’oltreoceano. La strada intrapresa in Europa pare quella di una gentile ma decisa opposizione al fronte dell’austerità guidato dalla Germania, con una Italia che torni protagonista ai massimi livelli europei, ruolo ridimensionato negli ultimi anni. Con una vicinanza di intenti al presidente francese Hollande, e le elezioni tedesche d’autunno, il futuro Consiglio Europeo potrebbe prendere strade diverse da quelle proposte sinora.
Saldo il legame con gli Stati Uniti, la direzione della nuova politica estera italiana pare essere in realtà la riedizione del ruolo di Roma nel periodo del secondo dopoguerra, con tutti i distinguo del caso. D’altra parte nella formazione politica del premier si segnala il ruolo di presidente dei Giovani democristiani europei, nei primi anni Novanta, e da quella tradizione di politica estera arrivano sia Letta che il vicepremier Angelino Alfano. Una tradizione fatta di forte interventismo nel processo di costruzione dell’Unione Europea e di una incrollabile fedeltà al filo-atlantismo e ai rapporti solidi con la Casa Bianca.