Il rischio che corre il Pd alle prossime amministrative
Il disegno di legge anti-movimenti presentato ieri dalla senatrice democratica Anna Finocchiaro è stato bollato da tutti i giornali, dal Corriere al Fatto Quotidiano, come un vero e proprio autogol del Pd. Beppe Grillo incassa e ringrazia. Il leader dei Cinque Stelle si trovava infatti con l’acqua alla gola, tra polemiche sulla diaria, rischio flop alle amministrative, e non ultimo, il servizio di Report della “traditrice” Milena Gabanelli sui proventi del blog del comico. Grillo sa bene che il Movimento ha ricevuto nell’ultima tornata elettorale il voto dei delusi di destra e sinistra e per mantenerli serve sposare le idee degli uni e degli altri. E così ecco la partecipazione di delegati Cinque Stelle al corteo Fiom di sabato scorso per accattivarsi l’elettorato di sinistra. Sull’altro versante invece ecco la dichiarazione di uno stop allo Ius soli per strizzare l’occhio ai simpatizzanti di destra.
[ad]E mentre il comico si sposta di piazza in piazza con comizi degni di un politico navigato, il Pd che fa? Elegge un ex socialista alla segreteria che Renzi ha bonariamente etichettato come una sorta di “Caronte”, un mero traghettatore di anime perse verso il Congresso di ottobre. E poi? Il nulla. Niente partecipazione al corteo targato Fiom, a parte presenze a titolo personale di alcuni esponenti di partito. Bocche cucite sulla riforma della giustizia così come sulla sospensione dell’Imu, sbandierata dal Pdl come una vittoria del Cavaliere. Silenzio sulla proposta dei pentastellati circa l’ineleggibilità di Berlusconi. Chi nel Pd ha provato ad avanzarla (il capogruppo al Senato Zanda) è stato subito messo all’indice con un prosaico “Non è una priorità dell’attuale governo”.
Intanto i sondaggi vedono il Pd navigare a quota 22/23%. Dietro al Pdl e appaiato al M5s. Il partito democratico, nettamente in crisi di identità, spera che alle amministrative del 26 – 27 maggio arrivi una boccata d’aria fresca. Ma le divisioni interne, la navigazione a vista del partito, il sostegno forzato e poco convinto al governo Letta, rischiano di pesare enormemente sul prossimo voto elettorale. Il pericolo che il Pd corre è vedere i propri voti cannibalizzati da Grillo. Il comico conosce le paure dei democratici e vuole renderle reali. Per questo ha lanciato l’Opa sul Pd chiedendo agli elettori del centrosinistra di stracciare la tessera del partito e abbracciare in toto il Movimento, nuova mecca per la sinistra delusa. Per il Pd le nuvole all’orizzonte si fanno sempre più nere.