Per Roma domenica 26 non sarà un giorno come gli altri. Sorte ha voluto che in una sola data e in una sola città si concentrassero insieme due delle maggiori passioni tricolori: il calcio e la politica.
[ad] (Aggiornamento ore 13,30) Oggi, negli studi del TG3 Lazio, Alemanno durante il confronto tra i candidati sindaci di Roma ha perso la pazienza ed abbandonato lo studio. Per poi tornare sui suoi passi. A far saltare i nervi al sindaco uscente un passaggio del confronto in cui si è dibattuto il tema sicurezza. Alemanno alla giornalista Antonella Armentano “sta moderando male, dia i dati ufficiali – con riferimento alle cifre diffuse dalla Prefettura. Ma Alemanno ha perso la calma quando ha preso la parola il candidato del centrosinistra Ignazio Marino al quale ha rivolto queste parole “Non dire balle, sei un professore universitario, sembri un ragazzino”. Il tutto prima di lasciare lo studio, spazientito. Per poi tornare prima della fine della trasmissione. (fine aggiornamento)
Tra i vicoli del centro e tra le strade di periferia, domenica prossima pallone e governo si sfioreranno, si guarderanno in faccia e parleranno lo stesso linguaggio, quello della sfida. I seggi elettorali si confonderanno con i seggiolini delle tribune.
Con una differenza: mentre i tifosi e gli appassionati di calcio conosceranno entro l’ora di cena il verdetto dello Stadio Olimpico circa le sorti della Coppa Italia, i cittadini romani dovranno aspettare lunedì pomeriggio per salutare il nuovo sindaco della Capitale. Anzi, in caso di ballottaggio l’attesa potrebbe addirittura protrarsi fino al mese di giugno, giorno 10.
Se i dubbi di formazione di Roma e Lazio saranno sciolti solo a pochi minuti dal calcio di inizio, la sfida elettorale conosce già i suoi protagonisti: addirittura 19 i candidati sindaco, 40 le liste. Il sindaco uscente Gianni Alemanno va in cerca della riconferma sostenuto dal suo partito, il Pdl, e da altre 5 formazioni (Fratelli d’Italia, La Destra, Movimento Unione Italiano, Cittadini per Roma, Movimento Azzurri Italiani).
Sul versante opposto, lo sfidante risponde al nome di Ignazio Marino, vincitore a sorpresa e con largo consenso – oltre il 50% – delle primarie del centrosinistra del 7 aprile scorso. Il chirurgo, dimessosi pochi giorni fa dalla carica di senatore, è supportato da Pd – primo partito a Roma secondo i dati delle ultime politiche – Sel, Centro Democratico, Psi, Verdi e da una lista civica.
Nonostante a livello nazionale i rispettivi partiti facciano parte dello stesso governo, la battaglia tra i due per la poltrona di sindaco è serrata: gli argomenti di scontro vanno dal bilancio comunale alla sicurezza, passando per il trasporto pubblico, la tassazione e i temi occupazionali.
Stando ai numeri, la seconda forza della Capitale è il Movimento 5 Stelle che appena tre mesi fa raccolse su Roma il 27,3%. Attenzione quindi a Marcello De Vito: l’avvocato 38enne di Montesacro è stato scelto dai grillini tramite l’ormai consolidata procedura di consultazione online. Altro outsider della corsa al Comune è Sandro Medici, ex consigliere comunale ed ex presidente del X Municipio: il giornalista e scrittore classe ’51 è sostenuto da tre formazioni (Repubblica Romana, Sinistra per Roma – Rifondazione Comunisti Italiani, #Romapirata) e punta ad ottenere i voti di quella fetta di elettorato di sinistra insoddisfatta della scelta di Marino. Sul fronte contrario CasaPound schiera uno dei suoi leader Simone di Stefano, Forza Nuova corre con Gianguido Saletnich, mentre Fiamma Tricolore Destra Sociale candida il suo segretario Luca Romagnoli.
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La vera mina vagante dello scontro al Campidoglio è però Alfio Marchini, imprenditore edile classe 1965. Sostenuto da due liste civiche (Cambiamo con Roma e Alfio Marchini sindaco), è tutto fuorché un dilettante.
[ad]Socio fondatore della Fondazione Italiani Europei presieduta da Massimo D’Alema ed ex membro di importanti Cda (RAI, Banca di Roma prima e Unicredit poi), Marchini è diventato presto un personaggio da copertina grazie alle sue apparizioni televisive. La pagina fake, denominata Arfio – con la erre – Marchini conta 13191 like su Facebook, più di quelli della pagina ufficiale.
Il candidato che ha scelto il cuore come simbolo della sua campagna elettorale indirizza i suoi appelli agli scontenti, soprattutto elettori di centro. C’è da colmare infatti il vuoto lasciato dall’Udc, imploso dopo il tonfo delle politiche, che ha deciso di non presentare il proprio simbolo nella maggioranza dei comuni che vanno al voto, Roma compresa.
La segreteria nazionale del partito ha espresso l’appoggio alla candidatura di Marchini ma larga parte della dirigenza romana ha imboccato un’altra strada. Per fare due esempi, Luciano Ciocchetti è candidato vicesindaco con Alemanno, mentre Ignazio Cozzoli, segretario romano dei centristi, è numero 15 nella lista Cittadini per Roma a sostegno dell’attuale sindaco di Roma.
Resta da capire quale sarà la scelta di Marchini in un eventuale ballottaggio: se finora si è tenuto equidistante sia da Marino sia da Alemanno criticando entrambi, la sensazione è che nell’uno contro uno Marchini smetterà i panni dell’indipendente schierandosi al fianco del candidato di centrodestra. Molto dipenderà dalla quantità di voti che porterà a casa: se il 12% stimato dai sondaggi dovesse essere confermato, l’endorsement dell’imprenditore varrebbe oro in vista del secondo turno.