Elezioni amministrative: il punto per capire martedì chi ha vinto e perso
Elezioni amministrative. A tre mesi dalle ultime elezioni politiche sette milioni di italiani sono chiamati al voto domenica (dalle 8 alle 22) e lunedì (dalle 8 alle 15). Crolla l’affluenza. La percentuale di votanti rilevata alle ore 22 di domenica è stata del 44,66%, oltre 15 punti in meno rispetto alle precedenti omologhe quando i votanti furono il 60%. A Roma votanti in calo del 20%. Tra i comuni in cui si vota ci sono sedici capoluoghi di provincia, di cui due (Ancona e Roma) capoluoghi di regione.
[ad]I principali comuni al voto: Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Roma, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza, Viterbo.
La sfida madre è nella Capitale. A Roma il sindaco in carica Gianni Alemanno di centrodestra affronta Ignazio Marino per il centrosinistra, Marcello De Vito del Movimento 5 Stelle e Alfio Marchini outsider della sfida capitolina.
In Italia dopo ogni tornata elettorale è sempre difficile capire chi ha vinto e chi ha perso. Una ulteriore dimostrazione si è avuta all’indomani delle elezioni politiche di fine febbraio. Nessun vinto e tutti vincitori almeno nelle dichiarazioni dei diversi schieramenti.
Proviamo a portare chiarezza già prima del voto. Per non confonderci dopo: se Roma, come detto, è la sfida madre vince chi vince a Roma.
Su un totale di sedici capoluoghi in cui si vota sono ben otto i comuni che tornano alle urne a causa dello scioglimento anticipato del consiglio comunale. Degli otto comuni “commissariati” sei i comuni con sindaci di centrosinistra e due di centrodestra. Dei restanti otto capoluoghi è parità: quattro sindaci uscenti di centrosinistra e quattro di centrodestra.
In dieci dei sedici comuni al voto l’ultima amministrazione è stata di centrosinistra. E sei di centrodestra. Partendo da questo elemento sarà più facile martedì capire chi ha vinto e chi ha perso.
Un altro elemento di valutazione delle elezioni che si terranno domenica e lunedì è l’impatto del Movimento 5 Stelle. Il primo intuibile effetto potrebbe consistere nell’aumento del numero di ballottaggi. In base alla legge elettorale vigente se nessun sindaco al primo turno raggiunge il cinquanta percento più uno dei voti si rende necessario il ballottaggio, quindici giorni dopo, tra i due sindaci più votati. Se alle politiche il risultato ha consegnato lo spaccato di un elettorato diviso in tre grandi coalizioni bisognerà vedere cosa succede con le amministrative. E quanti saranno i comuni che torneranno al voto per il ballottaggio.
Infine la doppia preferenza. Martedì sarà possibile anche valutare quanto l’aver introdotto la norma per cui per ogni lista al consiglio comunale sarà possibile effettuare la doppia preferenza rispettando l’alternanza di genere avrà facilitato un equilibrio di genere anche nei rinnovati consigli comunali.