Psicostoriografia del “grillismo”
Grillo e i ‘grillini’ sono ormai lanciati, c’è solo un’altra mossa da fare: rendere palese l’inconciliabilità fra il Movimento e i partiti, fra il Movimento e la normale politica. Il 12 luglio 2009 Grillo si candida alle primarie del PD: sembra a tutti un passo assurdo per un “antipolitico”, ma, come ci si poteva immaginare, la sua candidatura viene respinta e la rottura fra politica e Movimento è totale.
[ad]Così, il 9 settembre 2009 al teatro Smeraldo di Milano, sulla scia dei V-Day, del successo delle Liste Civiche e dell’insuccesso degli approcci con la politica, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo fondano il “MoVimento 5 Stelle” e lanciano un programma sulla base di alcuni punti fondamentali: stato e cittadini, salute, energia, trasporti, economia, informazione, istruzione.
In pochi credono che possa diventare qualcosa di più che un semplice movimento popolare con qualche migliaio di seguaci e, in effetti, inizialmente è così. La stampa non concede molto spazio al MoVimento, lo snobba, lo deride. I politici non lo prendono nemmeno in considerazione. Bersani: “Basta con questi populismi che fan finta di partie da sinistra poi come sempre ti spuntano a destra”. Crosetto (Pdl): “Mi ricorda i fascisti, anzi i nazisti: ha la violenza verbale di Goebbels. Parliamo di un fasciocomunista”. Fassino: “Se Grillo vuole fare politica fondi un partito, metta in piedi una organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende”.
Grillo non se lo fa dire due volte e affronta la prima prova politica, le elezioni Regionali e Comunali del 2010: “Il MoVimento a Cinque Stelle si presenterà alle prossime regionali che si terranno a marzo 2010. Siamo come Davide e Golia. Noi abbiamo solo la Rete, i MeetUp, il nostro entusiasmo e il miei incontri. Loro, tutto il resto. Siamo gli ultimi, gli esclusi, i derisi. Per questo ce la faremo. La mia forza e quella dell’organizzazione che mi sostiene sono limitati, senza fondi, senza soldi, senza informazione libera che parli di noi (a parte il Fatto Quotidiano) e con tutti i media contro. Dobbiamo fare delle scelte, anche se non mi piace. Per questo mi impegnerò in particolare in Emilia Romagna, in Campania e in Piemonte. Non posso però ignorare il “grido di dolore” che viene da tante Regioni d’Italia. Dal Veneto, alle Marche, alla Lombardia, alla Liguria. Per cui, se si presenteranno delle Liste a Cinque Stelle in tutte le Regioni, tutte le supporterò con le mie possibilità.”
I 5 stelle raccolgono un discreto numero di voti, in Emilia Romagna (7%) e in Piemonte (4%) incidono, e non poco, sull’esito elettorale. In tutto saranno eletti 8 consiglieri a 5 stelle, tutti nelle regioni del nord. Al sud ancora il movimento non sfonda. Alle Amministrative 2011 il successo è ancora maggiore, il MoVimento fa entrare i propri rappresentanti in 28 comuni, per un totale di 34 consiglieri eletti, tutti nelle città del centro nord. A Bologna, Ravenna e Rimini la lista ottiene fra il 9 e il 12% dei voti. Al sud, invece, la lista non supera quasi mai il 2%.
Da Repubblica del 17 maggio 2011: “Senza dimenticare l’exploit dei 5 Stelle che, in alcune realtà, sfiorano le due cifre. Dal suo blog, Beppe Grillo sembra dare una linea: ‘Non ci aggreghiamo con nessuno, destra e sinistra sono la stessa cosa, che facciano Pisapia o Moratti sindaco, faranno sempre l’Expo e milioni di metri cubi di cemento. Abbiamo bypassato questi partiti morti – sottolinea – non siamo il terzo polo di nessuno, Casini, Fini, Rutelli. Che ci sia Fassino, che è un dipendente di De Benedetti, sicuramente vorrà fare la Tav e fare degli inceneritori, quindi fanno finta di bisticciare poi sulle scelte sono identici, sul cemento, sul conflitto di interessi, sulla legge elettorale che non hanno detto niente che è una porcata vergognosa, sullo scudo fiscale’”
Ma è il 2012 l’anno della svolta, alle Amministrative di maggio il MoVimento elegge 4 sindaci: Sarego (35% dei voti); Mira, Comacchio e Parma (al ballottaggio). Le percentuali nei comuni del nord e del centro si aggirano tutte fra l’8 e il 17% (Genova 14%). In Sicilia invece, ad ottobre, avviene il miracolo. Il movimento si presenta con Giancarlo Cancellieri, eletto fra gli attivisti siciliani. Sembra un’impresa impossibile ma Grillo ancora una volta sorprende tutti,attraversa a nuoto lo stretto di Messina e lancia la campagna elettorale.
Sembra un gesto poco significativo ma la lista 5 stelle risulterà la più votata con il 14,9% delle preferenze, ottenendo così 15 dei 90 seggi all’Assemblea Regionale Siciliana. E’ un successo e il MoVimento risulta decisivo per sostenere il presidente Crocetta, eletto con il supporto di Bersani e del PD. Inizia una produttiva collaborazione fra le due forze.
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