Usa 2012: prende il via la campagna di Obama
IT BEGINS WITH US. Erano i primi giorni di aprile quando, sul canale Youtube ufficiale del Presidente Barack Obama, è stato caricato il video che segnava l’inizio delle “ostilità” in vista delle elezioni del 2012. Poco più di 2 minuti per rinnovare la sfida, per iniziare a riaccendere la complessa macchina elettorale e per dettare le prime parole chiave della nuova campagna. Nel primo filmato Obama appare solo per alcuni istanti in immagini di repertorio, i protagonisti del video, infatti, sono solo semplici cittadini: un neo-elettore dello stato di New York, Alice del Michigan o il pensionato del North Carolina. Voci che raccontano e si raccontano cercando di recuperare l’entusiasmo che – indiscutibilmente – accompagnò la vittoria del 2008.
[ad]Il vero profilo della nuova strategia disegnata da Jim Messina e Joe Rospars inizia però ad emergere, quando, nel video, a prendere la parola è Katherine: “Politics is at the grassroots level,” dice la signora del Colorado. “It’s individuals talking to other individuals and making a difference.”
I PRIMI NUMERI. Per avere conferma che la strategia in vista del 2012 sarà centrata sul “one on ones” non bisogna attendere molto. È lo stesso Messina ad illustrare, presentando il primo rapporto finanziario sulla campagna, i risultati e gli investimenti fatti sino a quel momento per riconnettere tra loro i sostenitori. Nel mese di luglio gli incontri face-to-face erano già a quota 31.000, 290.000 le conversazioni totali, 1.500 i volontari full-time da formare e 60 gli uffici in tutto il paese. Il tentativo dello staff di Obama di riuscire a ricreare quel magico meccanismo bottom-up che fu tanto determinante ai fini della vittoria e che valse a Plouffe la celebre menzione nel discorso di Chicago è evidente. Come, del resto, è evidente che ritrovare quello slancio di entusiasmo dal basso non sarà affatto semplice, ora che Obama, a tutti gli effetti, è il candidato dell’establishment e al timone della campagna non siede più il geniale stratega del Delaware ma il molto più “conservatore” Messina.
CONTI IN TASCA. Un aspetto cruciale però è certo. Questa campagna costerà molto, moltissimo. Con tutta probabilità si sfonderà anche la quota psicologica del miliardo di dollari, circa 250 milioni in più della precedente tornata elettorale (dove il contatore di Obama si era fermato a $744.985.624). Una montagna di dollari da trovare in tempo di crisi ed una strada tutt’altro che spianata se si pensa di non accettare neanche un dollaro dai “lobbisti di Washington”. Il primo obiettivo dichiarato è comunque per il dicembre 2011, quando il team di Obama spera di chiudere il bilancio con un più 350 milioni di dollari alla voce entrate. Per comprendere meglio la portata della sfida bisogna tener conto che a luglio 2011 i 552.462 finanziatori della campagna avevano versato mediamente 69 dollari a testa. Da qui la necessità di spingere l’acceleratore sul fundraising e la conseguente, radicale, trasformazione dell’immagine online del Presidente.
UNA GIOIOSA MACCHINA DA SOLDI. Il primo sito a subire il restyling è www.barackobama.com. L’elegante fondino del 2008 con tanto di logo presidenziale nascosto dal corpo centrale del sito lascia il posto ad un vortale centrato molto minimal su fondo bianco con una banda azzurra in testata (che a qualcuno potrebbe ricordare vagamente il sito di Obama del 2007). Per quanto riguarda i contenuti si riparte da zero. Le funzionalità del sito sono praticamente ridotte al minimo sindacale: nessun programma elettorale, pochissime news e giusto qualche evento in agenda (manca anche la funzione “ricerca nel sito”); le uniche sezioni sviluppate sono quelle relative al fundraising, al form di reclutamento per i volontari e allo shop con prodotti griffati Obama 2012 (da non perdere la tazza con il certificato di nascita del Presidente stampato sul retro).
(per continuare la lettura cliccare su “2”)