Attentato a Kabul: gravi ma stabili condizioni volontaria italiana
Sono gravi ma stabili, secondo gli ultimi bollettini medici, le condizioni della volontaria italiana Barbara De Anna che ieri è stata ferita a Kabul a seguito di un grave attentato terroristico che ha causato 4 morti e 14 feriti.
L’ATTENTATO. In un comunicato della polizia afghana si precisa che «quattro persone (un agente, due guardie di sicurezza e un bambino di sei anni) sono morte e altre 14, fra cui cinque stranieri, sono rimaste ferite». Fra queste, Barbara De Anna. A tali vittime vanno aggiunti gli almeno cinque militanti morti durante l’operazione rivendicata dai talebani. Il primo di essi, un kamikaze, si è fatto esplodere con il suo veicolo, mentre gli altri sono stati uccisi dalle forze di sicurezza afghane negli scontri, che hanno avuto luogo nel centro di Kabul per più di sette ore. Nella sua rivendicazione il portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, Zabihullah Mujahid, non ha precisato di quanti membri fosse composto il commando.
LE VOLONTARIA ITALIANA: Barbara de Anna, funzionaria dell’Oim, agenzia dell’ONU, era da tre anni in Afghanistan dopo diverse esperienze di cooperazione, in oltre 10 anni, nelle agenzie dell’Onu in giro per il mondo. La donna lavorava a Kabul dal dicembre del 2011, dopo essere stata a Herat, dove si concentra il contingente italiano, a testimonianza di impegno sul fronte della cooperazione sempre in prima linea.
[ad]De Anna, rimasta gravemente ustionata in Afghanistan, è stata trasferita con un volo militare Isaf (International Security Assistance Force) a Ramstein in Germania organizzato grazie al coordinamento dell’Unità di Crisi della Farnesina e delle Ambasciate italiane a Washington e a Kabul. La volontaria è accompagnata da un funzionario dell’Ambasciata italiana a Kabul. Nel centro tedesco riceverà cure adeguate. Le sue condizioni sono gravi, avendo riportato profonde ustioni, ma non è in pericolo di vita.
1.500 VITTIME DEI TALEBANI DA INIZIO ANNO. L’Afganistan vive un’escalation di violenza che preoccupa le autorità internazionali. L’attacco di ieri a Kabul e l’attentato del 20 maggio in cui ha perso la vita, fra gli altri, il capo del consiglio provinciale di Baghlan, sono gli ultimi esempi delle azioni dei talebani che hanno come principale vittima la popolazione civile. Lo ha assicurato oggi il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), generale Joseph F. Dunford. In un comunicato si indica inoltre che secondo i calcoli della stessa Isaf, «dal 1° gennaio al 20 maggio di quest’anno gli insorti si sono resi responsabili del ferimento o la morte di quasi 1.500 civili afghani. Gli insorti e i loro dirigenti dicono bugie quando sostengono di voler evitare le vittime civili». Nel loro annuncio dell’offensiva di primavera, ha aggiunto l’alto ufficiale, «hanno ribadito questo concetto, in un tentativo cinico di imbrogliare gli afghani, ma quanto accade sul terreno è una realtà completamente differente. I talebani sono direttamente responsabili per la maggior parte dei civili morti nel Paese».