Anche la Champions 2012-13 si è chiusa all’ultimo respiro. Dopo l’Europa League conquistata dal Chelsea a 30 secondi dal termine, è stato il Bayern ad avere la meglio sul Borussia con un gol di Robben allo scadere.
[ad]Per i bavaresi è la quinta coppa dalle grandi orecchie, mentre per il Borussia è la prima sconfitta in finale, dopo la vittoria nell’unico precedente del ’97. Calato il sipario sulla Champions, è doveroso un commento finale su quanto visto durante l’intera competizione.
Certezze. Senza dubbio il Bayern Monaco, corazzata alla sua terza finale in quattro anni. Ma anche il Barcellona che, nonostante la cocente eliminazione in semifinale proprio per mano dei bavaresi, è entrata nelle prime quattro per la settima volta nelle ultime otto stagioni.
Sorprese. In primis ovviamente il Borussia Dortmund, della cui rinascita si è già parlato ampiamente. Ottimo anche il rendimento di Malaga e Galatasaray che, nonostante lo status di outsider, sono riuscite ad arrivare sino ai quarti di finale, dopo aver superato gironi di qualificazione molto ostici. Gli iberici hanno vinto il proprio raggruppamento dinanzi a squadre come Milan e Zenit, e ai quarti di finale hanno ceduto al Dortmund solo nei minuti di recupero della gara di ritorno.
I turchi, invece, dopo aver ottenuto la qualificazione agli ottavi per il rotto della cuffia (alle spalle del Manchester United e superando sul filo di lana il Cluj), dopo l’importante mercato invernale (con gli acquisti di Drogba e Snejider) hanno superato agli ottavi lo Schalke, per poi cedere al Real nei quarti senza sfigurare. Una citazione merita anche la Juventus. Rinata in Italia la scorsa stagione, quest’anno ha ben figurato anche in CL, nonostante non fosse tra le favorite alla vittoria finale. Dopo aver vinto un girone di ferro (precedendo Shakthar e Chelsea campione uscente), i bianconeri hanno superato in scioltezza il Celtic agli ottavi, per poi arrendersi alla corazzata Bayern ai quarti. Un ottimo apprendistato, per riprendere ritmo ed abitudine al palcoscenico continentale.
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[ad]Delusioni. La prima pagina la merita il calcio inglese. Dopo il trionfo del Chelsea nella scorsa stagione, nemmeno una squadra qualificata ai quarti, evento che non si ripeteva da 17 anni. Ancor più grave in un’annata come questa, in cui la finale si è giocata nel tempio di Wembley. Il “merito” è delle prestazioni soprattutto di Chelsea e Manchester City, inopinatamente fuori già ai gironi, benché molto difficili (Juventus e Shakhtar per i campioni uscenti, Borussia e Real per la squadra di Mancini).
Le uniche a salvarsi, pur se eliminate già agli ottavi, sono Arsenal (ko con onore contro il Bayern) e Manchester United, fuori contro il Real a causa anche di una clamorosa svista arbitrale. Pollice verso anche per lo Zenit di Spalletti, regina del mercato estivo con gli oltre 80 milioni spesi per Hulk e Witsel e fuori dalla competizione già a dicembre. Alcune righe anche per l’Udinese. Due grandi campionati in serie A (4° posto nel 2011 e 3° nel 2012) buttati via con due eliminazioni ai preliminari di CL con Arsenal (sbagliando molti gol) e Braga. Il folle cucchiaio di Maicosuel nella lotteria dei rigori contro i portoghesi è il sigillo finale di un biennio che, sul palcoscenico della CL, è semplicemente da dimenticare.
Discorso a parte merita invece il Real Madrid, a metà strada tra la “certezza” e la “delusione”. Nonostante la terza semifinale consecutiva (di per sé un ottimo risultato), i blancos mancano l’approdo in finale dal lontano 2002, ultima volta che si aggiudicarono il trofeo. Per la squadra che ha conquistato il maggior numero di coppe dalle grandi orecchie questo non può che essere un ruolino di marcia deludente, reso ancor più cocente dall’eliminazione per mano dell’outsider Borussia.
Statistiche. Il capocannoniere della CL 2012-13 è stato Cristiano Ronaldo, con 12 reti in 12 partite. Il re degli assist è stato invece Zlatan Ibrahimovic, a quota 7. Interessante anche un altro particolare: delle 8 squadre approdate ai quarti di finale, ben 5 lo scorso anno occupavano una posizione nel ranking UEFA al di sotto del 40-esimo posto. Segno di come il calcio continentale stia mutando pelle, tra nuovi sceicchi (PSG, Malaga) e palingenesi di vecchie glorie (Juventus e Borussia).