L’ex capogruppo del Pdl in Consiglio regionale del Lazio Franco Fiorito è stato condannato questa mattina a 3 anni e 4 mesi nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo dell’uso dei fondi regionali da parte dei gruppi consiliari. Il gup del Tribunale di Roma Rosalba Liso ha ritenuto, quindi, fondato l’impianto accusatorio della procura secondo cui Fiorito avrebbe distratto più di un milione di euro dalle disponibilità del gruppo per comprare ville, organizzare viaggi e acquistare auto di lusso. “Er Batman” di Anagni, record-men di consenso elettorale nelle province del basso Lazio con i suoi 27 mila voti di preferenza alle elezioni regionali del 2010 non dovrà, però, tornare in carcere dal momento che ha già scontato tre mesi di carcerazione preventiva a Regina Coeli dove era entrato il 2 ottobre del 2012, e altrettanti agli arresti domiciliari. Applicata anche la misura accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, mentre il pm, chiudendo la requisitoria, aveva chiesto al giudice una condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per il reato di peculato.
[ad]Il difensore dell’ex capogruppo pidiellino alla Pisana Carlo Taormina, annunciando l’intenzione di ricorrere in appello contro questa sentenza di condanna, ha accusato la procura romana di aver tentato di trasformare Fiorito in una sorta di “capro espiatorio cui far pagare l’intera vicenda della gestione dei fondi regionali mentre per tutti gli altri che si trovano in condizioni ben peggiori nulla si vede all’orizzonte”. Il collegio difensivo dell’ex sindaco di Anagni ha, inoltre, contestato la stessa configurabilità del reato di peculato per il quale non ricorrerebbero gli estremi con riferimento all’utilizzo di fondi assegnati ai gruppi regionali così “come dimostrato dal caso Lusi e dalla giurisprudenza prevalente in Italia”.
Sulla base dell’intesa siglata con la Corte dei conti lo scorso aprile Fiorito ha già restituito alle casse regionali le somme dirottate sui suoi conti italiani ed esteri e utilizzate a fini personali. L’ex tesoriere, commentando a caldo la notizia della condanna, ha dichiarato di voler chiudere per sempre la sua esperienza politica manifestando l’intenzione di dedicarsi all’attività filantropica e di trascorrere le sue giornate nel buen ritiro di Anagni accanto alla madre e alla nuova fidanzata conosciuta prima che entrasse in carcere. Soddisfazione per la condanna di Fiorito è stato espressa dal Pdl laziale, costituitosi parte civile nel procedimento giudiziario, che, per bocca dell’avvocato Agostino Mazzeo, ha accusato l’ex numero uno del gruppo in Consiglio di aver “inscenato l’inverosimile pur di cercare di far passare le colpe proprie come colpe altrui e generalizzate.”