La confusione regna sovrana. Tranne che a Vasto
[ad]In questo senso non è tanto interessante la dichiarazione di Marco Follini secondo cui è quanto mai sbagliata un’alleanza di centrosinistra a tre gambe basata sul Pd, sull’Italia dei Valori e su Sinistra Ecologia e Libertà, ma la reazione di Casini.
L’Udc infatti in questa partita si trova tra due fuochi. E sostanzialmente deve compiere una scelta di campo. L’esperimento del Terzo Polo formalmente è ancora in piedi come ricorda lo stesso Casini (anche se in Molise l’Udc sosterrà il centrodestra, l’Api il centrosinistra e Fli nessuno dei due. Insomma: tana libera tutti). Ma a spingere maggiormente in questa direzione sono più che altro Fini e Rutelli, col primo ben consapevole che deve ritrovare una sua collocazione politica dopo il profondissimo strappo maturato nei confronti del PdL e di Berlusconi. Da qui un investimento e un afflato emotivo maggiore quando si parla di Polo della Nazione. Ma è evidente che Casini ha in mente disegni diversi. O comunque non ha una visione stereotipata o altamente idealistica di un ipotetico terzo polo. Per quanto forse lui sia il più legittimato a credere e a sostenere uno scardinamento dell’attuale assetto bipolare.
Alfano è stato designato alla guida del PdL per trovare un aggancio, a livello di alleanze, con Casini (vi assicuro: la sua nomina non è funzionale ad una sua candidatura a premier nel 2013 e le ultime sue affermazioni sull’intoccabilità di Berlusconi ben lo testimoniano) mentre lo stesso Bersani forse non chiude del tutto la porta alla sponda centrista.
Ma appunto, si diceva prima, la confusione regna sovrana sotto il cielo della politica. E la vulgata maggioritaria, per quanto informale, sostiene che si andrà a votare nel 2012. Si sostiene ciò non tanto per atti formali veri e propri (una crisi parlamentare) ma per lo spaesamento degli schieramenti in campo.
Basti pensare alla Lega che rispolvera la secessione. Un concetto che quando è stato al primo posto dell’agenda politica leghista ha visto il Carroccio diminuire i suoi consensi (elezioni europee del 1999). Per non parlare poi della misteriosa vicenda su quell’articolo di “Panorama” che critica pesantemente la moglie del Senatùr Umberto Bossi accusata di essere la manovratrice nell’ombra della politica leghista e di aver sostanzialmente sostituito il marito nelle scelte chiave di via Bellerio. Un articolo che ha spinto Maroni e Calderoli a chiedere chiarimenti a Berlusconi. Evidenziando però, forse inconsapevolmente, un paradosso: perché mai un settimanale di proprietà di Berlusconi come “Panorama” dovrebbe attaccare il “Cerchio magico” bossiano? Tradotto: perché Berlusconi dovrebbe essere intenzionato a colpire la corrente filo-berlusconiana della Lega?
Insomma, il disordine domina in questa fase. E l’incontro di Vasto rischia di imporre dei punti fermi, o comunque di formalizzare una base politica di per se già nota da tempo seppur implicitamente, che dovrebbe spingere molti attori politici a compiere gesti netti e irrevocabili.
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