La Corte Costituzionale della Moldavia ha dichiarato incostituzionale il prestito russo di 200 milioni di euro approvato dal Parlamento a fine aprile.
La Presidente della Corte Domnica Manole ha affermato che “la decisione della corte è definitiva nel dichiarare il prestito incostituzionale e non potrà essere impugnata”.
Il prestito, di 200 milioni di euro restituibile in 10 anni con un tasso del 2%, era stato criticato dall’opposizione che aveva accusato il Presidente Dodon di averlo accettato al fine di finanziare la propria campagna elettorale per cercare di ottenere la rielezione alle presidenziali di fine anno.
La legge che aveva approvato il prestito era stata impugnata in Aprile dal parlamentare dell’opposizione Serdgiu Sirbu, che aveva immediatamente adito la Corte, la quale aveva subito bloccato l’erogazione del prestito fino al maturare della decisione di incostituzionalità arrivata questa settimana.
L’opposizione pro-occidentale aveva inoltre sottolineato come il prestito contenesse clausole “oscure”, volte a favorire negli appalti di spesa delle somme ricevute in prestito aziende russe.
Dal canto suo il Presidente Dodon, vicino a Mosca, in un post su Facebook ha criticato la decisione della Corte Costituzionale ed il comportamento dell’opposizione
“La decisione cinica della Corte Costituzionale sul prestito che la Moldavia avrebbe ricevuto dalla Federazione Russa è un duro colpo per milioni di moldavi in attesa di aiuto da questi soldi” ha scritto Dodon, aggiungendo “i giudici della Corte hanno dimostrato di sostenere gli interessi di gruppi politici, invece che quelli dei cittadini”.
Scopo dichiarato dall’esecutivo, a giustificazione del prestito, era quello di far fronte al deficit del bilancio statale di quest’anno, peggiorato enormemente dal coronavirus e dal conseguente lockdown.