Bersani a Ballarò: “Il PD è l’unica speranza per il Paese. Berlusconi? Una smacchiatina gliel’abbiamo data”
Esattamente 133 giorni dopo essersi seduto sulla poltrona di Ballarò da candidato premier, Pier Luigi Bersani è tornato ieri sera negli studi del programma di Giovanni Floris da ex segretario del Partito Democratico.
[ad]Ne son successe di cose dal 15 gennaio scorso: il pareggio alle elezioni, le consultazioni fallite, la baraonda sul nome del Presidente della Repubblica, i 101 franchi tiratori. Poi, le dimissioni. “Francamente sto benissimo. Certo le mie giornate sono cambiate, sono riuscito anche ad andare al cinema a vedere l’ultimo di Sorrentino”, se la sbriga così Bersani che torna a parlare in tv dopo settimane di silenzio.
Superata la battuta iniziale sulla sua ‘nuova vita’, ecco partire l’analisi della sconfitta. L’ex leader del centrosinistra sembra tutto tranne che titubante: “Non abbiamo saputo interpretare fino in fondo il disagio, la rabbia, l’esigenza di cambiamento”. In pratica il Pd non ha vinto le elezioni perché “ha dato 4-5 punti al Movimento 5 Stelle. Tutto qua”. Il tema grillino stuzzica la curiosità di Floris che mostra a Bersani i dati del flop dei penta stellati alle amministrative: “Un po’ le fa piacere vero?” pungola il conduttore, “Non è che sto lì a cavarmi dei gusti” – ribatte l’ex segretario – “questo Movimento non ha colto che oltre all’esigenza di cambiamento c’è una richiesta di governo. Ero sincero quando proposi loro di far partire un governo del cambiamento “. Come non citare a questo punto il discusso duello in streaming tra lo stesso democratico e la coppia Crimi-Lombardi. Bersani non si scompone: “Mi sono sentito dire che mi sono fatto umiliare. Sbagliano, l’arroganza umilia chi ce l’ha. Io rivendico quello streaming, l’ho fatto con la testa”. Allora cosa si rimprovera? “Non ho forzato abbastanza sul bisogno di novità. Ma non mi si venga a dire che dovevo spararle più grosse: non sono capace”.
Non manca poi un grande classico del suo repertorio: “Alla fine a Berlusconi una smacchiatina gliel’abbiamo data”, sorride Bersani riprendendo il poco fortunato slogan della campagna elettorale, “finiamola con l’idea per cui il Pd perde sempre: governiamo tutti comuni d’Italia e abbiamo il premier. Basta alibi. Non abbiamo vinto come abbiamo voluto ma non abbiamo di certo perso”.
Una battuta infine su Renzi: “Renzi è una personalità utile alla nostra causa, ha vivacità, freschezza, un’intelligenza rapida. Certo su alcune cose non andiamo d’accordo, i suoi metodi a volte mi sembrano rimasticature degli anni Novanta”. Su un possibile incarico al sindaco di Firenze, l’ex segretario non si sbottona: “Non è tempo di candidature, abbiamo già un ottimo Presidente del Consiglio che si chiama Enrico Letta. Ora dobbiamo governare, non si scappa dalle responsabilità. Il PD è l’unica speranza per questo Paese”. E il futuro di Bersani?: “Penso che potrò ancora dare una mano se riuscirò a far capire bene quello che è stato fatto”.