Nel rapporto dell’OCSE la situazione economica italiana viene rivista al ribasso, prevedendo una peggiore recessione.
[ad]Bene il lavoro sulle riforme, invece, che porta l’Italia fuori dal procedimento per il deficit. Elogi alla BCE, invece, per la politica accomodante.
“L’Italia è uscita dalla procedura per i disavanzi eccessivi, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti gli italiani che stanno facendo sacrifici per il proprio Paese”. A dirlo è il premier Enrico Letta, che commenta la decisione di non procedere con la procedura sul deficit avviata nei confronti dell’Italia. Infatti le riforme attuate negli ultimi due anni sembrano essere riuscite a riportare l’Italia nel patto interno dell’Unione Europea, che prevede il limite massimo di deficit fissato a 2.9% rispetto al PIL.
Cattive notizie arrivano dall’OCSE che, ad un mese dall’ultimo rapporto sull’Italia, decide di ribassare le stime di crescita del Paese prevedendo una recessione dell’1.8% nel 2013, rispetto alle passate previsioni dell’1.5%.
Questo peggioramento si abbatte anche per il 2014, dove è prevista una leggera ripresa, 0.4%, in calo di 0.1 punti rispetto al report precedente. Il dato dell’economic outlook è frutto di calcoli complessi. A tal proposito, il capo dell’organizzazione parigina avvisa che un taglio prematuro delle imposte potrebbe far peggiorare la situazione, mettendo quindi in guardia il nuovo governo dal tagliare le tasse.
Oltre ad evitare tagli alle tasse, l’Italia, secondo l’OCSE, dovrebbe evitare di trasferire fondi del governo centrale agli enti locali poiché questi potrebbero essere disincentivati a rispettare il patto di stabilità interno, riportando quindi risultati negativi su tutto il sistema economico nazionale. Infatti, il decreto per il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione “ha un effetto incerto in quanto quei fondi sono fondi presi a debito – commenta l’OCSE – e quindi l’Italia dovrebbe concentrarsi più su una maggiore opera di consolidamento dei conti.
Altro dato preoccupante è la disoccupazione, che è registrata intorno all’11.9%, in crescita rispetto al 2012 quando era al 10.6%, ma che crescerà ancora nel 2014 fino a toccare il 12.5%. Le misure sul lavoro che sono sull’agenda del governo Letta, quindi, sembrano non aver convinto gli economisti dell’OCSE che prevedono un ulteriore aumento della popolazione che nel prossimo anno potrebbe riguardare un italiano su 8. Considerando anche i dati approfonditi e settoriali dell’ISTAT che contano la disoccupazione giovanile quasi al 40% in alcune parti d’Italia, la questione si fa ancora più grave.
Un elogio, invece, arriva dall’OCSE alla BCE, meritevole, secondo l’organizzazione parigina, di aver adottato una politica monetaria accomodante che sta avendo un effetto positivo su tutto il sistema economico dell’eurozona. L’OCSE descrive una situazione in cui le politiche della banca centrale europea stanno avendo un ottimo impatto sull’economia reale, a causa del continuo abbassamento dei tassi, linea che l’OCSE si augura prosegua. Inoltre, la linea della BCE sta aiutando quei sistemi di aggiustamento automatico per gli indici finanziari di tutta l’eurozona così da trasmettere tutti i suoi benefici sull’economia reale.