M5s, Riccardo Nuti nuovo capogruppo alla Camera
M5s, Riccardo Nuti nuovo capogruppo alla Camera.
Avvicendamento, a Montecitorio, nel ruolo di capogruppo del Movimento 5 Stelle. Il nuovo presidente succede a Roberta Lombardi, che si è congedata qualche giorno fa con una lettera al vetriolo indirizzata alle presunte spie dentro il Movimento.
[ad]Ma a chi ha lasciato il posto la Lombardi? Il neocapogruppo si chiama Riccardo Nuti, palermitano, fama da pasdaran.
Che in effetti sia un tipo tosto, lo si capisce già dall’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera.
Il primo argomento di dibattito non poteva che riguardare i giudizi, piuttosto trancianti, che Beppe Grillo ha riservato a Stefano Rodotà: di fronte all’ “ottuagenario sbrinato dal mausoleo e miracolato dalla Rete”, Nuti fa spallucce limitandosi a dire che “Grillo ha usato il suo linguaggio, non c’è da stupirsi” e che Rodotà “resta una persona valida, anche se ha sollevato critiche senza essere correttamente informato”.
Si passa a parlare di Milena Gabanelli, anche lei in un primo tempo acclamata dal M5S e poi finita al centro di forti polemiche per un servizio di Report riguardante la Casaleggio Associati. Anche qui il nuovo capogruppo è fedele alla linea: “la Gabanelli rimane una signora giornalista, mica la buttiamo nella discarica, ma quel servizio era pieno di cavolate”, lasciando capire che ci potrebbero essere ripercussioni legali proprio contro quella puntata di Report: “Se ci sono gli estremi faremo causa a quel servizio, che era tendenzioso, faceva capire cose non vere. Ma questo non significa buttare tutto Report”.
L’intervistatore tocca poi un altro tema “caldo”, ovvero quello relativo ai presunti dissidenti, chiedendo se il dissenso sia concepibile dentro il M5S. “Nel Movimento ognuno può esprimere liberamente la sua opinione” – dice Nuti – “ma non può andare contro lo Statuto, la Carta di Firenze e il codice di comportamento”. In sostanza, “ognuno può parlare, ma dentro le nostre regole”. E se invece parla al di fuori delle regole? Nuti rincara la dose: “più che un dissidente, quello è un disinformato”. E, con i disinformati, “uno all’inizio ci parla. Una, due, tre volte. Noi in questo siamo quasi masochisti, parliamo, parliamo. Poi, se non lo capisci, figlio mio, amen. Ci siamo visti. Restiamo amici”. Due papabili dissidenti sono Tommaso Currò e Adriano Zaccagnini: se ne devono andare? “non saremmo felici se se ne andassero: vorrebbe dire che non hanno capito dove si sono candidati”.
Chiusura sui ballottaggi: alcuni parlamentari grillini, tra cui Alessandro Di Battista, hanno detto che andranno a votare. “Qual è la posizione del Movimento in proposito?” – chiede il giornalista a Nuti. “Noi non appoggiamo nessuno, ma non diamo nemmeno indicazioni. Chi vuole andare a votare è libero di farlo”.