Al cinema con “una notte da leoni 3”
Uscito nelle sale italiane lo scorso 30 maggio Una notte da leoni 3 (titolo originale The Hangover Part III), per la regia di Todd Phillips, e che annovera nel cast Zach Galifianakis, Bradley Cooper, Ed Helms, Justin Bartha, Ken Jeong, John Goodman, Heather Graham.
[ad]Il film, che chiude la serie iniziata nel 2009 con Una notte da leoni e proseguita nel 2011 con Una notte da leoni 2, dura circa 100 minuti.
“Alan ha smesso di prendere farmaci da quasi sei mesi”, spiega Doug (Justin Bartha) ai compagni di branco Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms) al termine del funerale del padre di Alan (Zach Galifianakis). Il mattacchione quarantenne – quarantaduenne, come tiene a precisare lui stesso – ne combina veramente di ogni. Con il suo ultimo, spropositato (nel senso letterale del termine) acquisto se ne va a scorrazzare in autostrada, felice come una pasqua – ed altrettanto demenziale – al punto che addirittura il bambino dell’auto accanto si rende conto che c’è qualcosa che non va, e lo asseconda con il gesto del pollice in alto.
Il branco s’incarica quindi di accompagnare Alan in un centro psicoterapeutico dal nome emblematico. Strada facendo però, succede qualcosa che ha a che fare con la vecchia conoscenza Leslie Chow (Ken Jeong); il gangster Marshall (John Goodman) da lui derubato, prende in ostaggio Doug per costringere il gruppo a recuperare bottino e furfante.
Sulle tracce di Chow, Stu, Phil e Alan approdano dapprima a Tijuana, in Messico, per poi tornare a Las Vegas, dove tutto era iniziato, con il primo episodio della serie. Il pericolante e rocambolesco assalto del branco alla suite dove alloggia Leslie riassume da solo il senso della vicenda del gruppo di amici lungo tutto il film. Siamo davanti ad una sorta di armata Brancaleone rivisitata e corretta secondo gli stilemi della commedia demenziale made in Usa.
Todd Phillips firma anche il terzo ed ultimo episodio di una serie che qualche anno fa era diventata di culto, grazie ai meccanismi comici che la caratterizzavano, ed ai personaggi tanto imperfetti quanto credibili che proponeva al pubblico. Tuttavia, la conclusione della serie non risulta essere all’altezza delle notti leonine 1 e 2, mai come nei due precedenti film le scene d’azione sono spettacolari, talvolta anche un po’ sperticate e spropositate, come quella al Caesar’s Palace.
Di fatto, la riuscita del film è affidata al duetto demenzial-cabarettistico Alan-Chow, ben poco lo spazio dedicato allo sviluppo degli altri membri del branco. La storia è decisamente alan-centrica. Ciononostante, abbandonare la sala prima della fine del film non sarebbe una buona idea. Vi perdereste la chicca – per così dire – conclusiva.