Di cosa vivranno i partiti

Notizia della settimana: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il disegno di legge presentato dal Governo Letta è costituito di quindici articoli. A sostituire il finanziamento pubblico ai partiti ci saranno i contributi volontari. A condizione, secondo la nuova legge, che gli stessi partiti siano dotati di regolare statuto.

ABOLIZIONE GRADUALE DEL FINANZIAMENTO

[ad]I partiti dovranno finanziarsi con contributi/erogazioni volontarie. Detrazioni fiscali di poco superiori al 50% per importi sino a cinquemila euro e del 26% per contributi volontari sino a ventimila euro e la destinazione del due per mille.

I cittadini potranno destinare il 2 per mille a un partito o movimento al momento della dichiarazione dei redditi. Parliamo della dichiarazione dei redditi 2014 che gli italiani presenteranno nel 2015. Sino al 2016 ai partiti resteranno i i rimborsi con decurtazione graduale.

Il primo anno il contributo pubblico ai partiti ridotto del 40% per aumentare sino al 50% il secondo anno e al 60% il terzo anno. Dopo sarà del tutto abolito. Lo stesso disegno di legge prevede inoltre che ai partiti siano destinati spazi tv e servizi.

PRIMA REPUBBLICA

Fatta la doverosa premessa di dover verificare che il disegno di legge riesca a raggiungere l’obiettivo preposto, nei tempi prefigurati e senza intralci, immaginiamo come e quanto l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti possa cambiare nella sostanza la politica. In politica già dai tempi della Prima Repubblica i soldi sono stati sempre un elemento determinante. Nei partiti di una volta la corrente più ricca aveva maggiori possibilità di vincere i congressi. E di comandare. In campagna elettorale i candidati con maggiore disponibilità economica hanno da sempre maggiore capacità di attrarre consenso. E così via.

SECONDA REPUBBLICA

Nella seconda repubblica, inaugurata dopo gli scandali di Tangentopoli, si è imposto un altro modo di fare politica. Spesso a fronte di casi di corruzione sui giornali abbiamo letto dichiarazioni in base alle quali se (durante la prima repubblica) “si rubava per il partito ora si ruba per sé ed in alcuni casi addirittura al partito”. Inoltre l’avvento sulla scena politica di Berlusconi ha modificato in profondità il rapporto tra la politica ed il denaro. Berlusconi ha sempre vantato di aver fondato (a sue spese) e quindi sostenuto tutte le sue creature politiche.

TERZA REPUBBLICA

Le tre principali forze politiche delle ultime elezioni politiche hanno sul tema posizioni diverse. Nel Partito Democratico si deve a Renzi il “merito” di aver imposto il tema nell’agenda dei democratici. Berlusconi, ancora nell’ultima campagna elettorale, si è detto disponibilissimo all’abolizione del finanziamento pubblico. E Grillo ha fatto dell’argomento un vero e proprio baluardo programmatico. Ma quali influenze questo avrà nella vita dei rispettivi partiti.

Ad esempio come riuscirà il Partito Democratico a coniugare la storia di un soggetto politico che ha sempre fatto sempre dell’organizzazione un proprio punto di forza con l’assenza del finanziamento pubblico? Il PDL dovrà individuare, quando verrà il momento, un successore di Berlusconi altrettanto ricco? E Grillo deciderà di non dotare comunque il Movimento 5 Stelle di uno statuto dopo essersi già affrettato a definire il ddl del Governo una legge truffa?

Ci sono tante altre domande che discendono dal punto cardine di cui parleremo in seguito. Anticipazione: rapporto tra i partiti nazionali e territori, la capacità di uscire dall’ipocrisia italiana e iniziare a ragionare di lobbying in termini più consoni ecc. ecc.