I viaggi diplomatici di Xi Jinping (习近平) – Prima tappa: la Russia

Pubblicato il 3 Giugno 2013 alle 15:14 Autore: Stefano Giovannini

È opinione degli analisti che il viaggio di Xi in Russia abbia portato frutti positivi sotto diversi punti di vista. In primo luogo da quello della cooperazione a vantaggio reciproco: nel corso dell’incontro tra Putin e Xi i due leader hanno sottolineato la necessità di tradurre i legami politici in risultati collaborativi concreti. In quest’ottica è da interpretare la firma di alcuni accordi e la ratifica delle linee-guida 2013-16 del Trattato Sinorusso di Buon Vicinato e Amichevole Cooperazione. Gli scambi commerciali dovrebbero raggiungere i 100 miliardi di dollari entro il 2015 e i 200 entro il 2020. Yakov Berger, professore all’Istituto per l’Estremo Oriente dell’Accademia Russa delle Scienze, sottolinea che anche la cooperazione energetica ha un grande potenziale. Incontrando Medvedev, Xi ha insistito proprio sulla necessità che le due nazioni accelerino la realizzazione di accordi in questo settore. Arkady Dvorkovich, vicepremier, ritiene che i progetti comuni su larga scala nei settori del petrolio, del gas naturale, dell’energia nucleare e dell’energia carbonifera non solo porteranno benefici a entrambi i Paesi, ma ristruttureranno anche le infrastrutture economiche regionali. Gli esperti credono che Cina e Russia, essendo economie complementari, debbano sfruttare il loro potenziale cooperativo anche negli àmbiti dell’agricoltura, delle infrastrutture, della protezione ambientale, della tecnologia e dell’esplorazione spaziale.

 

[ad]A parte i legami economici e i contatti politici, stanno vivendo un forte sviluppo gli scambi tra i due popoli, che secondo gli analisti addurranno maggiori benefici a lungo termine. Xi ha definito la cooperazione turistica come “un nuovo punto focale nella cooperazione strategica bilaterale”. Dati ufficiali ìndicano 343mila viaggi dalla Cina alla Russia nel 2012, un incremento del 46% rispetto al 2011. Berger crede che l’Anno Turistico Sinorusso sia “una parte essenziale” dei legami e possa indurre nuovo vigore negli scambi culturali tra i due popoli. Per espandere gli scambi di giovani ed educativi, le due parti hanno anche deciso di ospitare l’Anno di Scambi Giovanili Sinorusso nel 2014 e nel 2015 e di aumentare il numero di scambi studenteschi tra i due Paesi. Gli esperti definiscono questo un approccio orientato al basso, cioè a far partire dai livelli basilari della società un approfondimento della fiducia e della comprensione reciproche.

 

Cina e Russia si sono impegnate nella costruzione di un nuovo tipo di relazioni tra grandi potenze. In un discorso all’Istituto Nazionale di Mosca per gli Studi Internazionali, tenuto il 24 marzo, Xi ha descritto il rapporto tra Cina e Russia come “il più importante al mondo e il migliore tra grandi potenze”, aggiungendo che occorre un’importante garanzia di equilibrio strategico internazionale. Le sue parole sono state riprese da Sergei Lousianin, vicedirettore dell’Istituto per l’Estremo Oriente, che ha definito il legame sinorusso come uno “stabilizzatore” della pace e della sicurezza globali. Secondo Berger, la relazione tra la Cina e la Russia non è un blocco né un’unione né un’alleanza, ma un rapporto di vera cooperazione. Durante la visita di Xi i due Paesi hanno discusso della collaborazione strategica e coordinato le proprie posizioni sulle principali questioni regionali e internazionali. Una cooperazione che Berger ritiene di grande importanza dato che la situazione nelle zone calde del mondo, quali Medioriente e penisola coreana, è instabile. Mikhail Titarenko, presidente dell’Associazione per l’Amicizia Sinorussa, dice che la cooperazione tra Cina e Russia all’interno delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Shanghainese per la Cooperazione e dei BRICS aiuti a riformare l’economia e la politica globali e assicuri pace e stabilità nella regione. Gli esperti russi sostengono che i due Paesi parlino in coro ma ognuno con la propria voce, volendo entrambi la prosperità e lo sviluppo comuni e opponendosi all’egemonismo e all’unilateralismo. I rapporti bilaterali, spiegano, nascono dalla profonda comprensione degli interessi comuni invece che dei benefici egoistici di breve termine. Il nuovo paradigma orientato al futuro delle relazioni fra potenze, aggiungono, non soltanto beneficherà i due Stati e rispettivi popoli, ma faciliterà anche la creazione di un mondo più prospero.

(Per continuare la lettura cliccate su “5”)

L'autore: Stefano Giovannini