Investitori in attesa. Continuano a correggere i mercati, nonostante tentativi di spunto rialzista. Fra i crolli di Tokyo e le incertezze monetarie americane, i mercati (o meglio, gli attori più furbi) hanno preferito liquidare e lasciare il cerino in mano ad altri, tanto per rientrare ci sarà tempo. E intanto si osservano le mosse degli attori principali, che attualmente sono la Fed Usa e la Bank of Japan.
[ad]Dal lato americano gli investitori attendono di capire se è in che modo verrà attuata la exit strategy da parte della Federal Reserve. E soprattutto se l’economia riuscirà a sostenere delle borse private della loro droga monetaria. Meglio dunque ritirarsi dal mercato senza fare rumore, cominciando dagli attivi più liquidi.
Dal lato giapponese, invece, si discute se la politica monetaria della Nippon Ginkou avrà o meno gli effetti desiderati. I mercati sono ottimisti nonostante gli obiettivi (bassissimi tassi di interesse e inflazione moderatamente positiva) siano contraddittori. I movimenti attuali sembrano dire che gli operatori credono nell’Abenomics, ma piuttosto si chiedono se la BoJ sarà determinata a perseguire la sua politica (controversa e contraddittoria) anche quando sarà necessario prendere misure pericolose come monetizzare il debito pubblico. Cosa che pare inevitabile, ma con il rischio che l’anguilla inflazionistica sfugga di mano se la crescita non seguirà in modo adeguato. Non resta che attendere e muoversi con prudenza, per ora.
Passando all’agenda macroeconomica della settimana
Lunedì è prevista una serie di indici dei direttori degli acquisti: ad aprire le danze sarà il PMI cinese non manifatturiero, che dovrebbe confermare il dato precedente 49,6; nel resto della giornata sarà la volta dei PMI manifatturiero di Spagna, Italia, Germania, zona euro e l’ISM degli Stati Uniti. Con l’esclusione di Stati Uniti il dato dovrebbe risultare per tutti al di sotto della soglia dei 50 punti che separa la recessione dall’espansione.
Mercoledì sarà la volta dei PMI servizi per Spagna, Italia, Francia, Germania, zona euro, oltre all’ISM non manifatturiero degli USA. Le attese sono simili al dato manifatturiero.
Giovedì conosceremo gli ordini all’industria tedesca: si attende un calo dell’1 per cento su base mensile dopo la crescita del 2, per cento precedente. Come ogni primo giovedì del mese conosceremo le decisioni di politica monetaria di Bank of England e Banca Centrale Europea: in entrambi i casi sono attesi tassi fermi allo 0,50 per cento. Come ogni giovedì, infine, conosceremo le nuove richieste di disoccupazione statunitensi, attese in lieve calo a 345 mila
Venerdì sarà la volta della produzione industriale tedesca mensile (attesa in calo dello 0,1 per cento contro il +1,2 precedente), ma soprattutto il report del mercato del lavoro USA, tuttavia gli analisti non si attendono grosse differenze rispetto a quello del mese passato.