Anna Finocchiaro chiama in causa le lobby sul tema del finanziamento pubblico ai partiti.
[ad]Il Ddl presentatato dal Governo Letta con cui si abolisce il finanziamento pubblico ai partiti ed introduce il sistema dei contributi volontari inizia a far discutere.
Secondo la nuova legge i partiti, dovranno finanziarsi con contributi volontari che arriveranno anche tramite la destinazione del 2 per 1000 a un partito o movimento.
Oggi a tal proposito è intervenuta Anna Finocchiaro, già capogruppo al Senato, del Partito Democratico. Secondo Finocchiaro “è difficile non arrivare a una limitazione e a forme diverse di finanziamento pubblico. Bisogna stare molto attenti, però. Un Paese che non è dotato di una regolamentazione delle lobby, dove non esiste una normativa sul conflitto d’interessi, dove le infiltrazioni della criminalità organizzata nella politica rappresentano un fenomeno drammatico, non può non assumere le contromisure del caso“.
Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in una intervista a L’Unità riassume così la sua posizione.
“Riguardo al Ddl sui partiti che porta, tra le altre la mia firma, c’è stata una mistificazione e una strumentalizzazione. Quel Ddl riassumeva uno degli otto punti programmatici del Partito Democratico su cui i nostri candidati hanno fatto campagna elettorale. L’ho presentato il 20 marzo e non dieci giorni fa. Quel progetto sostiene, tra l ‘altro, che se un partito deve mostrare trasparenza nei propri bilanci ed essere sottoposto a controllo occorre che abbia personalità giuridica. Un tema, questo, che riporta all’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione”.
La Finocchiaro si chiede “indipendentemente dal tema del finanziamento pubblico, lo Stato può riconoscere formazioni politiche che non rispondano nella loro decisione interna a criteri democratici? Anche il progetto del governo si pone il problema della democrazia interna ai partiti”.