Presidenziali in Burundi, verso una nuova era?
Il prossimo 20 maggio si terranno le elezioni presidenziali in Burundi: dopo 15 anni al governo, l’attuale Presidente Pierre Nkurunziza ha deciso di non ricandidarsi, aprendo le porte alla fine del regime autoritario che ha di fatto reso il piccolo Paese africano isolato.
Il background: il governo
Pierre Nkurunziza è arrivato al potere in Burundi nel 2005, alla fine della sanguinosa guerra civile tra le etnie Hutu e Tutsi che sconvolse il Paese a partire dagli anni ’90. Nkurunziza è il leader del Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia-Forze per la Difesa della Democrazia (CNDD-FDD), una delle principali milizie Hutu durante la guerra civile.
Già dal secondo mandato, inaugurato nel 2010, il Burundi ha iniziato a sprofondare verso un regime autoritario: alle elezioni di quell’anno si presentò solo Nkurunziza, mentre tutti gli altri candidati furono costretti a ritirarsi tramite azioni giudiziarie o intimidazioni. Nel 2015 poi il Presidente decise di candidarsi ancora, nonostante la Costituzione prevedesse un limite di due mandati: la sua giustificazione fu che la sua prima elezione non doveva essere contata, poiché ai tempi il Presidente veniva nominato dal Parlamento e non eletto dal popolo. Nonostante questa interpretazione fu sostenuta anche dalla Corte Costituzionale, la decisione di Nkurunziza di correre nuovamente fu accompagnata da fortissime proteste e da un tentato colpo di Stato. Nkurunziza fu infine rieletto, ma con un’affluenza inferiore al 30% a causa del boicottaggio da parte delle opposizioni.
Nel 2018, un referendum ha aperto la strada a Nkurunziza per rimanere al potere fino al 2034, con la carica di “guida suprema eterna”. Nonostante questo, nello stesso anno il Presidente ha annunciato di non voler correre per la presidenza nel 2020, dopo aver passato una legge grazie alla quale terrà il titolo di Guida Suprema a vita (oltre a ricevere un indennizzo di oltre 500 mila dollari).
Il clima alla vigilia delle elezioni
Le presidenziali di quest’anno si tengono in un clima particolarmente teso. In primo luogo, il governo ha deciso di organizzare la tornata elettorale nonostante la pandemia di COVID-19: se è vero che ufficialmente il Burundi conta poche decine di casi, molti esperti dicono che il numero reale sarebbe molto più alto, e il rappresentato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato dichiarato persona non grata nel Paese. La scorsa settimana, inoltre, un attentato ha causato 8 morti nella capitale, Bujumbura. Nei mesi scorsi, una serie di inondazioni hanno causato migliaia di sfollati. Infine, la campagna elettorale è stata caratterizzata da diversi episodi di violenza politica, in particolare da parte dell’organizzazione giovanile del partito di Nkurunziza contro le opposizioni.
Chi sono i principali candidati
Sei candidati correranno per le elezioni. Il partito dell’attuale Presidente Nkurunziza ha deciso di candidare Évariste Ndayishimiye. Ex militare ed ex-Ministro degli Interni, è Segretario Generale del CNDD-FDD dal 2016. Ndayishimiye si posiziona in linea con le politiche di Nkurunziza: è fortemente cristiano e non sembra intenzionato a intraprendere un cammino di riforme verso la democrazia.
Il principale sfidante di Ndayishimiye è Agathon Rwasa, esponente delle Forze Nazionali di Liberazione (FNL, di destra), che è già stato candidato nel 2015 (raccogliendo il 20% dei voti).
Un terzo candidato è Domitien Ndayizeye, ex Presidente ad interim tra il 2003 e il 2005 ed esponente del Fronte per la Democrazia in Burundi, un piccolo partito progressista che, dopo un discreto successo elettorale nel 2005, ha perso qualsiasi rappresentanza parlamentare dal 2010 in poi.
Come funzionano le elezioni
Dopo la riforma del 2018, la durata del mandato del Presidente è aumentato a 7 anni (rispetto ai 5 anni in vigore finora), per un massimo di due mandati consecutivi, ad esclusione di quelli precedenti al 2018. L’elezione del Presidente è diretta e, se nessun candidato raggiunge il 50%, è previsto un secondo turno. La legge prevede che i risultati provvisori siano pubblicati entro il 26 Maggio, mentre quelli definitivi entro il 4 Giugno.