Ungheria, eurodeputati chiedono procedura di infrazione
Per far fronte all’emergenza Covid-19, il Parlamento ungherese ha votato a fine marzo i pieni poteri al premier Viktor Orban, leader del partito populista Fidesz, che detiene attualmente i due terzi della maggioranza in Parlamento. Questa scelta dell’Assemblea Nazionale non è stata vista di buon occhio dall’opinione pubblica internazionale e dagli stessi leader europei. Per questo motivo, il 14 maggio scorso, il Parlamento europeo ha avuto modo di ridiscutere dei pieni poteri del premier ungherese. In quell’occasione, gli eurodeputati si sono espressi affermando che la democrazia e i diritti fondamentali sono minacciati in Ungheria. Di conseguenza, hanno esortato la Commissione e il Consiglio a proteggere i cittadini ungheresi e lo stato di diritto. Non va dimenticato però, che non è la prima volta che il Parlamento europeo si dimostri preoccupato nei confronti delle decisioni ungheresi, dato che già il 17 aprile scorso, gli eurodeputati avevano dichiarato che le decisioni dell’Ungheria di prolungare lo stato di emergenza a tempo indeterminato, di autorizzare il governo a governare per decreto e di indebolire il controllo del Parlamento sono totalmente incompatibili con i valori europei.
In occasione della seduta del Parlamento europeo di giovedì, la maggioranza degli eurodeputati intervenuti ha sottolineato che le misure di emergenza adottate dal governo ungherese per combattere la pandemia, compresa la dichiarazione di uno stato di emergenza illimitato, non sono in linea con i principi dell’UE e ha parlato di un rischio crescente per la democrazia. Per questo motivo, molti deputati hanno chiesto alla Commissione di avviare la procedura di infrazione. Peraltro, è stato chiesto di sospendere i pagamenti europei all’Ungheria previsti per il nuovo Quadro finanziario pluriennale e per il Piano di ripresa, a meno che non sia nel frattempo ripristinato lo stato di diritto. Dall’altra parte, sono molti gli eurodeputati che si sono schierati a favore del Parlamento ungherese, eletto democraticamente, e hanno paragonato le misure eccezionali adottate nel paese a quelle adottate da altri Stati membri dell’UE.
Che cos’è una procedura di infrazione?
La procedura di infrazione, disciplinato dagli articoli 258 e 259 TFUE, ha come scopo quello di sanzionare gli Stati membri dell’UE nel caso di violazione del diritto stesso dell’UE. È la Commissione europea che, sulla base delle proprie indagini o di denunce da parte di cittadini, imprese e altre parti interessate, individua delle possibili violazioni.
Il regime di emergenza
In ogni caso, la Vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Vera Jourovà, ha dichiarato che la Commissione europea sta esaminando il regime di emergenza dell’Ungheria, compresi i decreti governativi che riguardano il codice del lavoro del paese e l’applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Già il 4 maggio il governo ungherese aveva annunciato l’intenzione di sospendere l’obbligo di rispettare determinate protezioni previste dalla legislazione dell’UE in materia di protezione dei dati fino a quando l’attuale periodo di “stato di emergenza” non sarebbe stato dichiarato concluso.
Inoltre, Jourová ha anche appoggiato la richiesta di diversi eurodeputati per la condizionalità dei fondi UE, che, secondo lei, deve rimanere parte dei prossimi negoziati sul bilancio a lungo termine. Tuttavia, molti parlamentari hanno messo in dubbio l’esitazione dell’esecutivo ad avviare una procedura d’infrazione contro l’Ungheria.
Contrariamente da quanto affermato da Gergely Gulyas, capo dello staff di Orban, il quale ha dichiarato nei giorni scorsi che il governo potrebbe rinunciare ai suoi diritti speciali di emergenza verso la fine di giugno, a meno che la situazione (con l’epidemia) non cambi, il 15 maggio, in occasione di una visita a Belgrado, il premier Orban ha dichiarato rinunciare ai pieni poteri entro fine maggio. Inoltre, il leader ungherese ha anche aggiunto abbiamo difeso con successo la nostra patria e le nostre prestazioni sono paragonabili a quelle di qualsiasi altro Paese. Daremo a tutti l’opportunità di scusarsi con l’Ungheria per le false accuse che sono state mosse contro di noi negli ultimi mesi.