Sarà Enrico Bondi il commissario incaricato dal governo a gestire temporaneamente l’Ilva di Taranto con l’obiettivo di dare piena attuazione alle norme in materia di rispetto ambientale e di sicurezza dei lavoratori, evitando, al contempo, la catastrofe occupazionale derivante dall’interruzione della produzione o, peggio, dalla chiusura dell’azienda.
[ad]Secondo il ministro dello Sviluppo economico Zanonato (Pd), non è plausibile che “il risanamento venga condotto con la necessaria convinzione da chi ha determinato l’allarme ambientale di cui stiamo discutendo”. Da qui l’inevitabilità della soluzione del commissariamento statale transitorio.
Il titolare del dicastero di via Veneto ha anche precisato la road map che porterà all’adozione del decreto, il cui testo “è ormai definito”, e verosimilmente sarà licenziato dal Cdm già “nel primo pomeriggio”.
Quanto al contenuto, il testo prevede “la sospensione dei poteri degli organi societari, la nomina del commissario, e l’apertura di una fase di gestione eccezionale e straordinaria, al termine della quale potranno essere ricostituiti gli ordinari organi di amministrazione” restituendo così alla proprietà i suoi pieni poteri. Ribadendo, poi, l’attenzione con cui il governo, e il presidente del Consiglio Enrico Letta in testa, stanno seguendo il dossier-Ilva, Zanonato ha messo in guardia dal rischio di ulteriori perdite di tempo dato che dall’azienda di Taranto (prima acciaieria d’Europa) “dipendono le sorti dell’intero comparto siderurgico nazionale”.
La preoccupazione principale dell’esecutivo, in linea con quanto richiesto a gran voce in questi giorni dalle organizzazioni sindacali, è quella di salvare quanti più posti di lavoro, sempre più in bilico dopo la decisione della scorsa settimana del Gip di Taranto Patrizia Todisco di porre sotto sequestro il patrimonio della Riva Fire, cassaforte finanziaria della famiglia. Sentenza, questa, che sembrava pregiudicare qualsiasi ipotesi di prosecuzione della produzione, così come paventato dai vertici dimissionari dell’azienda. E proprio per limitare gli effetti negativi provocati dal provvedimento restrittivo, e garantire, in questo modo, continuità alle linee produttive tarantine, è arrivata oggi la decisione dello stesso gip Todisco, di concedere la facoltà d’uso degli impianti a caldo sequestrati nel luglio scorso.
Nelle motivare il provvedimento, il giudice ha precisato che “ulteriori proroghe, in caso di tardiva o incompleta attuazione degli obblighi connessi all’Aia, non saranno, però, consentite” perche significherebbe ancora una volta “penalizzare il diritto alla salute dei cittadini, rispetto ad altri dirittti in gioco”.
Sulla vicenda Ilva è interventuo anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando (Pd) che ha rimarcato le gravi responsabilità dei vertici aziendali precedenti e della stessa famiglia Riva per la gestione realizzata “contro la salute e contro l’ambiente” prima, e per il mancato rispetto degli impegni derivanti dal piano di attuazione dell’Aia (Autorizzazione ambientale integrata), dopo.