Il combinato disposto di questo fattore col rinnovato interesse verso i referendum, finalmente rivitalizzati dopo 15 anni di agonia e abusi dello strumento, sta diventando una miscela esplosiva che scatena dichiarazioni a raffica un po’ da tutti i partiti politici. Il gioco appassiona tutti perché cambiando la legge elettorale si ha la possibilità di cambiare all’ultimo istante anche l’esito di una partita che sembrava scontata. Il primato della politica direbbe qualcuno, quel sottile gioco nel quale tutti si siedono al tavolo e propongono la loro idea sapendo bene che e’ impossibile che una nuova regola comune possa avvantaggiare tutti e che quindi qualcuno nell’accettare le nuove regole stia facendo male i calcoli. Ma come tutti i giochi di strategia pura chi ha guadagnato e chi ha perso lo si capisce solo dopo e i sondaggi politico elettorali in questi casi non sempre aiutano a capirlo con sufficiente anticipo.
La cosa bizzarra e’ che ora questa legge elettorale la vogliono cambiare tutti, ma proprio tutti…
[ad]Premesso che questa legge nata nel 2005 nacque sotto la spinta di una richiesta forte dell’UDC, di cui Cesa era segretario, verso un sistema proporzionale, e che fu frutto di un compromesso nel quale un po’ tutti trovarono buoni motivi per votarla o per non osteggiarla più di tanto malgrado le dichiarazioni di facciata (non si videro certo gli scontri di piazza che videro protagonista Pajetta nel 1953 durante l’approvazione della “legge truffa” voluta da De Gasperi, ma nemmeno una parvenza di ostruzionismo parlamentare, la legge sotto sotto faceva comodo anche al centrosinistra soprattutto per quanto riguarda le preferenze).
Ora è davvero curioso che gli esponenti degli stessi partiti, addirittura gli stessi protagonisti del 2005 rilascino dichiarazioni pesantissime verso la loro stessa creatura, ma vediamo con ordine:
1) Cesa (segretario UDC): “L’Unione di centro sta lavorando a un referendum per modificare la legge elettorale reintroducendo le preferenze e abolendo il premio di maggioranza.”
2) Alfano (segretario PDL): “Berlusconi d’accordo: Legge elettorale da cambiare. L’obiettivo, è ottenere il risultato di candidati non calati dall’alto ma spinti dal basso, per essere rappresentativi dell’intero Paese e dei singoli territori.
3) Fini (leader di FLI): “la sovranità popolare significa che gli elettori e le elettrici devono avere la libertà di scegliere non solo il premier ma anche i parlamentari”
4) Bossi (leader della Lega): “E’ possibile un accordo con le opposizioni sulla riforma della legge elettorale”
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Le ragioni principali del mancato ostruzionismo parlamentare stile PCI del 1953 non furono tanto dovute alle suddette mollezze da parte di chi era cresciuto a te e biscotti nei salotti romani, ma a calcolo e convenienza. Pensarono: “Si è vero, il Senato sarà quasi certamente ingovernabile, ma quando si e’ mai vista una crisi di governo al Senato nella storia della repubblica? (e qui sbagliarono drammaticamente previsione), e poi anche se perdessimo il 5% (cosa che comunque non credevano possibile e invece si verifico’ eccome) i nostri sondaggi riservati ci dicono che abbiamo ancora un certo margine e quindi avremo il premio di maggioranza in ogni caso (questo avvenne anche se per soli 24000 voti)” Non c’era quindi di che allarmarsi, avrebbero comunque vinto alla Camera, secondo i loro sondaggi elettorali riservati, e al Senato sarebbe comunque andata bene perché storicamente era sempre stato un luogo tranquillo.
[ad]Suona estremamente ipocrita da parte di tutti quindi questa lotta a chi condanna di più questo aspetto della legge elettorale da loro stessi voluta, votata o comunque non osteggiata fino in fondo, ma la domanda che sorge spontanea a questo punto e’: Ma se siete tutti d’accordo nel condannare le liste bloccate perché non fate un emendamento in 5 minuti e cominciate a cambiare almeno questo punto? L’attuale opposizione si e’ sempre dichiarata ufficialmente contraria, l’attuale maggioranza che volle e voto’ questa legge ora la condanna a pieni polmoni.
E che aspettano a cambiarla nella sede naturale ovvero il parlamento?
Perché sprecare tempo e denaro pubblico se sono già’ tutti d’accordo?