Croazia, il governo si destituisce da solo e obbliga ad elezioni anticipate
Il Primo Ministro Andrej Plenković ha affermato in conferenza stampa che il suo governo, negli scorsi tre anni, ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefissato, e che ha concordato di conseguenza con la maggioranza lo scioglimento del parlamento per il 18 maggio.
Obiettivo dichiarato di questa mossa è quello di dare al paese un nuovo governo che concentri la propri agenda sulla ripresa economica dopo il coronavirus.
Ricordiamo che l’attuale governo, in carica dopo le elezioni del 2016, vede come partner senior appunto il partito di Plenković, i cristiano-democratici dell’HDZ, ma sta in piedi inoltre col supporto del piccolo partito centrista dei popolari dell’HNS.
Al Presidente croato Zoran Milanovic non resta adesso che convocare le elezioni anticipate, il termine della legislatura era infatti previsto per l’autunno, entro 60 giorni dalla data dallo scioglimento del parlamento. Tra le possibili giornate di voto troviamo il 21 o il 28 giugno oppure il 5 o il 12 di luglio.
L’opposizione socialdemocratica ha criticato la mossa di Plenković, affermando che il suo obiettivo è solo quello di capitalizzare l’aumento dei consensi registrato dall’HDZ per via della gestione del coronavirus.
Al momento i sondaggi infatti, secondo uno studio di Promocija plus del 10 Maggio, vedono i cristiano-democratici avanti rispetto ai socialdemocratici col 30.2% delle preferenze, contro il 27.8% che otterrebbero invece i secondi.
Dato in controtendenza rispetto a tutti i sondaggi del 2020, precedenti alla crisi conseguita al coronavirus, che vedevano invece in vantaggio appunto il partito SDP (socialdemocratici).
Mentre, sempre secondo lo studio in esame, farebbe il suo ingresso in parlamento, imponendosi inoltre come terza forza nel paese, il partito “Domovinski Pokret” (“Il Movimento della Patria”) forza nazionalista ed euro-scettica.
Quest’ultimo è il partito fondato lo scorso Febbraio dall’ex parlamentare di HDZ Miroslav Škoro, famoso musicista di un tradizionale liuto croato, il tamburica, che si è candidato come indipendente alle presidenziali di fine 2019 ottenendo il 24.45% dei voti. Fermandosi quindi ad appena due punti percentuali dalla candidata dei cristiano-democratici che ha poi perso al secondo turno con l’attuale presidente socialdemocratico Milanovic.
Nessuno degli altri partiti supererebbe poi la soglia di sbarramento del 5%.
Anche i liberal-conservatori di MOST, che alle scorse elezioni avevano ottenuto quasi 10 punti percentuali, rischierebbero di restare fuori in quanto stimati oggi al 4%.
Mentre il partito di centrosinistra agrario, l’HSS, alleato dei socialdemocratici, otterrebbe il 2,7%, seguito dall’IDS (partito regionalista istriano di centrosinistra) con l’1,9% e dagli attuali partner di governo dell’HDZ, il partito centrista dei popolari dell’HNS, con l’1,6%.