Può un candidato alla presidenza di un Municipio presentarsi in un altro Municipio, con un’altra lista, sotto un altro simbolo, e concorrere come consigliere? La storia di Francesco De Salazar ci dice di sì.
“È stata una leggerezza. Prima ho avuto contatti con la lista di Marchini, poi molti cittadini del II Municipio mi hanno chiesto di candidarmi con Fratelli d’Italia. Ho scoperto della doppia candidatura quand’era troppo tardi. Io ho sbagliato, ma c’è un vuoto normativo evidente”. Siamo a Roma in occasione dei rinnovi dei consigli municipali e De Salazar, ex An ed ex La Destra, scende in campo contemporaneamente per due squadre diverse. E vince con entrambe.
Come candidato alla presidenza del Municipio XII (Monteverde) per la lista di Alfio Marchini, De Salazar ottiene il 6,08%, esattamente 3.746 voti. Invece, in qualità di semplice aspirante consigliere nel Municipio II (Parioli-Nomentano), lista Fratelli d’Italia, porta a casa 475 preferenze. Volente o meno, lo strike gli è riuscito: De Salazar è già sicuro del posto da consigliere in entrambi i Municipi, anche se in uno dei due (Parioli) è previsto il ballottaggio – a Monteverde Cristina Maltese del centrosinistra ha potuto festeggiare la vittoria già al primo turno.
Doppia candidatura, due liste diverse, due municipi diversi, due poltrone: De Salazar non ha violato la legge ma di certo l’imbarazzo c’è. Ed ecco arrivare la scelta definitiva, la rinuncia: “Al fine di evitare la strumentalizzazione di un errore commesso in buona fede, senza l’intenzione di trarre vantaggio da una doppia candidatura” – scrive il diretto interessato – “comunico che rinuncio all’ incarico da consigliere di entrambi i municipi pur potendo optare per uno dei due seggi”. De Salazar poi aggiunge: “Continuerò il mio impegno civico indipendentemente dalle cariche elettive con la passione e la responsabilità che da sempre mi appartengono”.
Tutto ciò non è di certo passato inosservato. Se dall’entourage di Marchini riferiscono che De Salazar ha giurato nero su bianco che avrebbe optato per il XII Municipio, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia precisa: “Lo abbiamo candidato inconsapevoli della sua contestuale candidatura con Marchini in un’altra zona di Roma e non prima di avergli fatto sottoscrivere il nostro codice etico. La decisione di rinunciare a entrambi i seggi testimonia in via definitiva la sua buona fede. Non abbiamo nulla da rimproverarci”. Ci va giù duro invece Casa Pound: “Siamo davanti all’ennesima presa in giro perpetrata ai danni degli elettori. Chiederemo una verifica sulla regolarità di questa doppia candidatura e quindi sulla validità delle liste presentate nei rispettivi municipi”. Critiche anche dalla sinistra: “Non bastano le dimissioni per archiviare il caso come un banale errore”, osserva Giovanni Barbera di Rifondazione Comunista, “l‘assurda vicenda di De Salazar dovrebbe far riflettere su cosa è diventata oggi la politica e di come si sono trasformati i partiti, disposti a tutto pur di racimolare qualche voto in più”.