De Magistris la promessa “rivoluzione” e quel ruolo del fratello al Comune
La “rivoluzione” quando venne eletto a maggio 2011, dopo aver “scassato” come disse lui stesso, sembrava iniziata. Sarebbe dovuta essere una nuova era per la città di Napoli.
E Luigi De Magistris, ex magistrato e già deputato europeo, aveva tutte le carte in regola per anticipare, storicamente, quel fenomeno politico che poi gli italiani hanno visto compiere a Beppe Grillo ed al Movimento 5 Stelle. Provare a stravolgere consolidati equilibri che in Campania come in Italia vedevano nella dicotomia permanente Pd/Pdl la loro peculiarità.
Trascorsi due anni, della rivoluzione “arancione” annunciata da De Magistris non resta moltissimo. Alle elezioni politiche il suo Movimento, nato insieme all’alleanza con Antonio Ingroia, altro ex pm d’assalto, ha registrato un flop clamoroso.
Anche nell’amministrare Napoli il Sindaco incontra ogni giorno difficoltà e problemi. Di ieri la notizia, per certi aspetti clamorosa, che vede i vertici del Comune coinvolti nell’inchiesta della Procura sulla gestione della Coppa America. Due le figure vicine al Sindaco che più degli altri indagati hanno suscitato lo scalpore generale. Attilio Auricchio, capo di gabinetto della fascia tricolore, e Claudio De Magistris, fratello del Sindaco.
In particolare sul ruolo del secondo si appuntano le attenzioni dell’opinione pubblica che ad oggi stenta a comprendere quale sia la sua vera funzione all’interno della gestione del Comune.
Formalmente, come lo stesso primo cittadino ripete da sempre, Claudio De Magistris lavora gratuitamente per l’amministrazione.
Ma ciò non basta a placare le polemiche e i sospetti, a maggior ragione oggi che la magistratura ha deciso di indagare sulla Coppa America e sui grandi eventi collaterali alla stessa. Tutti ambiti nei quali il fratello del Sindaco ha avuto un ruolo decisivo quando si sono definiti i processi decisionali. Difficile, per non dire impossibile, a questo punto che De Magistris riesca a mantenere la sua promessa di cambiare a 360° il modo di amministrare Napoli, assicurando trasparenza, rigore, legalità a tutto tondo.
Troppe ormai sono le ombre che si addensano sulla sua gestione. E che si teme possano rimanere a prescindere dall’esito dell’inchiesta sulla Coppa America. Inchiesta che peraltro non è la sola che coinvolge l’amministrazione, visto che ad esempio sulle buche stradali e sulla pista ciclabile è lo stesso primo cittadino ad esser coinvolto, in altre indagini, per l’ipotesi di non aver assicurato la sicurezza ai napoletani.
A cura di Paolo Trapani – www.promessepubbliche.com