Nuovo scandalo in vista per la “casta”. Secondo un’inchiesta de L’Espresso, la nota azienda turistica Valtur, per una decina d’anni, avrebbe offerto ad alcuni parlamentari vacanze gratis o a prezzi scontati in lussuosi hotel e resort in giro per il mondo.
[ad]Il settimanale diretto da Bruno Manfellotto riporta che, tra i destinatari dei regalini Valtur, ci sarebbero importanti esponenti del Popolo della libertà: l’ex presidente del Senato Renato Schifani e l’attuale vicepremier e ministro dell’interno Angelino Alfano, oltreché Osvaldo Napoli e il sottosegretario Simona Vicari; spunta anche il nome dell’ex senatore Udc Totò Cuffaro, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ma in cosa consistevano queste vacanza? Capodanno alle Maldive, Pasqua a Sharm el Sheikh, ferragosto in Sardegna: un catalogo molto speciale con lussuosi soggiorni a costo zero o con sconti massicci riservati ad una pattuglia di parlamentari per un intero decennio.
Cuffaro, ad esempio, pare essere un vero habitué della Valtur, visto che ha viaggiato gratis per quasi due mesi in località che vanno dalla Sicilia alla Sardegna, dall’Egitto alle Maldive. Schifani, invece, secondo l’Espresso, avrebbe ricevuto un megasconto per un Capodanno trascorso nel 2008 alle Maldive e sarebbe stato ospitato gratuitamente assieme ad altre 24 persone tra cui moglie e figlio con fidanzata al seguito.
Tutto questo grazie alla generosità di Carmelo Patti, all’epoca patron della Valtur. Oggi invece il colosso delle vacanze è in amministrazione straordinaria e in questi giorni i sindacati – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – sono stati convocati al ministero dello Sviluppo Economico, per trovare una soluzione conclusiva alla vertenza Valtur, ancora senza un ufficiale acquirente. L’operazione di cessione infatti non è ancora stata chiusa: ad un passo dall’avvio della stagione estiva, ancora non si hanno notizie ufficiali sul futuro del grande tour operator, sul mantenimento dell’occupazione sia strutturale che stagionale e molte strutture ricettive rischiano di non aprire, mettendo così a rischio molti posti di lavoro.
In acque ancor più torbide naviga lo stesso Patti, che è in odore di mafia, accusato di essere il prestanome di Matteo Messina Denaro, il superlatitante di Cosa Nostra. I magistrati stanno cercando di ricostruire le relazioni che hanno favorito il suo successo.