Matteo Renzi si candida o no alla segreteria del Pd? Il tormentone, che potrebbe durare tutta l’estate, è lungi dall’ essere risolto. Intanto però, il sindaco di Firenze pone alcuni paletti. “Epifani fissi la data del Congresso del Pd. Fissi la data delle primarie aperte – dichiara il rottamatore ospite alla Repubblica delle idee – Prima fissi regole, poi vediamo… Stavolta non mi faccio fregare, prima si fanno le regole e poi dico se mi candido”. Regole che, nella sfida delle primarie, furono cambiate in corso d’opera per arginare Renzi. Una mossa che al sindaco non piacque granché. E così ecco l’avvertimento “O le regole si sanno prima o non mi candido”. “Il 7 novembre del 2013 dobbiamo avere la data di un congresso nuovo. Epifani può decidere se fare le primarie aperte o il 27 ottobre o il 3 novembre. Poi noi decideremo se ci saremo” ha aggiunto il sindaco.
[ad]Renzi parla anche del suo incontro con il premier Letta avvenuto ieri. Smentisce di tramare contro di lui per far cadere il suo governo. “Se Letta cambia il Paese, io sto con Letta, non ho ambizioni personali”. Il sindaco di Firenze crede ancora nel progetto democratico del partito: “Nel mio modo di vedere, il Partito Democratico è il partito democratico dei fratelli Kennedy, che venivano da una città chiamata Hope, cioè speranza”. Non accantona , anzi rivendica il diritto di attirare i voti dei delusi del centrodestra “Rivendico il diritto dei cittadini di poter cambiare idea. Se uno ha votato la Lega ed è deluso, portiamolo con noi e si vince. Se lo lasciamo di là si perde”. Poi spiega la ricetta per vincere le prossime elezioni. “Si possono tenere insieme solidarietá e competitivitá, ma perchè questo accada la sinistra si deve liberare di totem e tabù”
Renzi, a differenza di alcuni suoi colleghi di partito, non voterebbe l’ineleggibilità di Berlusconi. “Voterei no alla ineleggibilità di Berlusconi. È 19 anni che Berlusconi viene eletto. O lo dici subito o non è che dopo 19 anni ti inventi il giochino per tenere Berlusconi fuori dal Parlamento”. Ma pone il suo niet su una eventuale proposta di Berlusconi senatore a vita. Infine il sindaco di Firenze riserva una dura reprimenda alla Cgil e al suo studio, secondo cui nel 2076 il livello occupazionale tornerà ai livelli pre-crisi. “Dire che l’Italia ripartirà nel 2076 è terrorismo psicologico. C’è – conclude Renzi – una parte del sindacato che deve essere cambiata. Per difendere l’uguaglianza ci vuole un Paese libero e aperto”.