Il doppio volto dell’ immigrazione in Grecia
Il doppio volto dell’immigrazione in Grecia
L’ emergere di sentimenti nazionalisti è stata una costante in tempi di crisi economica. Addossare responsabilità agli immigrati, regolari e non, la storia ci insegna, ha rappresentato un ricorrente scarico di responsabilità da parte di tutti, con risvolti spesso tragici.
[ad]In Grecia le manifestazioni di tipo razzista e anti immigrati si sono moltiplicate negli ultimi 2 anni e aumentate esponenzialmente negli ultimi mesi. I sentimenti xenofobi nel paese sono stati raccolti e tradotti in consenso dal partito Alba Dorata , attualmente terza forza politica del paese , presente in parlamento con 18 rappresentanti. Ma dopo anni di silenzio il problema dell’immigrazione è esploso in tutto il suo fragore in occasione dei fatti di Manolada: un imprenditore del settore agricolo ha dato ordine di sparare con colpi di arma da fuoco a 30 lavoratori delle sue aziende, irregolari, che reclamavano spettanze arretrate.
Una sparatoria violenta che, per sola fortuna, non si è tradotta con morti da piangere, in cui si fondono benissimo la violenza antioperaia e un sentimento razzista. Un fatto di sangue che i media locali hanno colpevolmente cercato di ignorare o ricondurlo a fatto di criminalità comune ma che si collega perfettamente a un sentimento diffuso antiimmigratorio.
L’immigrazione in Grecia dopo anni di saldo positivo, soprattutto da paesi vicini come Albania o nazioni come India e Iraq, si è arrestata soprattutto a causa della massiccia emigrazione dei giovani greci. Una folta rappresentanza di lavoratori stagionali ha preferito cercare di sbarcare il lunario nei propri paesi di origine a causa della note condizioni lavorative difficili in Grecia. Altro aspetto da considerare è quella degli immigrati regolari divenuti irregolari perché in assenza di un permesso lavorativo, il cui possesso è indispensabile al fine dell’ottenimento del permesso di soggiorno.
Una situazione incandescente con, da una parte, carceri che rischiano di esplodere in cui centinaia di reclusi hanno iniziato uno sciopero della fame un mese fa protestando contro un trattamento carcerario inumano e pessime condizioni di detenzione; dall’altra parte il partito Alba Dorata che interpreta sentimenti nazionalisti e razzisti diffusi in tutto il paese. Innumerevoli sono i clandestini detenuti che hanno fatto richiesta di asilo politico.
Il partito Alba Dorata invoca la chiusura all’immigrazione, duramente critico verso le istituzioni europee e auspica il rimpatrio immediato per i clandestini e il riarmo (!) con chiaro riferimento alla eterna disputa greco – turca sull’isola di Cipro. L’arresto e il rimpatrio degli stranieri irregolari è stato e continua a essere uno dei cavalli di battaglia del presidente Samaras, a cui si rimprovera di aver chiuso un occhio su condizioni di lavoro pessime di molti di lavoro impegnati in agricoltura, ma di strizzarlo a politiche e slogan anti immigratori vagamente propagandistici.
La realtà è che in Grecia per troppi anni è stato sottovalutata e tollerata, una immigrazione con poche regole: i molti migranti impegnati in agricoltura vivono spesso situazioni disumane, con paghe da fame, condizioni igieniche pessime, spesso totalmente irregolari.
Una situazione di cui hanno beneficiato in molti, quasi tutti, e di cui è sembrata disinteressarsi colpevolmente l’Europa; ha permesso di avere manodopera pagata miseramente e rendere competitivi alcuni settori industriali. Una situazione che è convenuta e conviene a tutti ed è drammaticamente esplosa con il fatto di sangue di Mandala. Una brutta pagina di cui i greci non sentivano il bisogno di scrivere e un richiamo fermo a tutti i responsabili di una situazione preoccupante.
Paolo Fidanza