Sicilia, tonfo del Pdl e del M5s. Il Pd prende Catania
Sicilia, tonfo del Pdl e del M5s. Il Pd prende Catania ed è in vantaggio ovunque
La Sicilia svolta a sinistra e archivia un’epoca di dominio del centro destra. Arriva sino alle coste siciliane l’onda lunga del trionfo elettorale del centro sinistra nelle città italiane. Nell’ormai ex granaio di voti berlusconiano il Pdl sconta un’ulteriore pesante débacle ma ad arretrare pesantemente rispetto alle regionali e alle politiche del febbraio scorso è pure il M5S di Beppe Grillo. Gongola, invece, il PD che conquista al primo turno Catania con Enzo Bianco che torna sindaco 25 anni dopo la prima volta. Al ballottaggio gli altri tre centri capoluoghi dove si votava anche se a Messina, dove le operazioni non sono ancora state completate per problemi nei verbali di alcune sezioni, l’esito è ancora in bilico.
Il candidato del centro sinistra sostenuto anche dall’Udc del messinese ministro della Funzione pubblica Gianpiero D’Alia, viaggia introno al 49,5% quando mancano le ultime sezioni da scrutinare. In caso di ballottaggio a contendergli la vittoria sarà Renato Accorinti, candidato civico sostenuto da alcune liste della sinistra pacifista e dal movimento No ponte.
[ad]Destra estromessa dal ballottaggio, dunque, nella città dello Stretto e lo stesso accade a Siracusa e Ragusa.
Nel centro ibleo da registrare l’unico risultato positivo in un grosso centro del M5S. I grillini riescono a portare al secondo e decisivo turno Federico Picciotto (16%), bruciando di una manciata di voti il candidato del Pdl e presidente della provincia uscente Antoci (15,8%). Sarà, però, l’esponente democratico Cosentini a partire da una posizione di netto vantaggio grazie al 30 % conquistato al primo turno.
A Siracusa si contenderanno tra due settimane la poltrona di primo cittadino Garozzo (Pd) e l’outsider Reale sostenuto da alcune liste civiche, dall’Udc e da alcuni notabili pidiellini della città.
Il bilancio del test elettorale siciliano non lascia scampo al Pdl che vede frantumarsi il tradizionale dominio nell’Isola. Il tracollo appare ancor più clamoroso se si considera che tutte e quattro le città erano governate da amministrazioni di centro destra. Fuori da tutti i ballottaggi e con percentuali delle liste con il simbolo del partito di Berlusconi e dei siciliani Alfano e Schifani spesso inferiori al 10%. Un risultato inatteso visto che alle politiche del febbraio scorso il centro destra si era confermato nettamente primo schieramento della Regione. A pesare sul pessimo score elettorale delle truppe berlusconiane dell’Isola sono state le lacerazioni interne al partito, le rivalità personali, la guerra per bande che ha attraversato questa campagna elettorale e che rischia di balcanizzare il partito già messo a dura prova dalla sconfitta patita alle elezioni regionali.
Se il Pdl piange, di certo non può ridere il M5S, nonostante il risultato di Ragusa serva come premio di consolazione per un test che ha comunque evidenziato l’esaurimento della fase propulsiva del consenso per i pentastellati. Esce nettamente rafforzato dalle urne, invece, il progetto del presidente della Regione Rosario Crocetta. Decisiva per il successo in molti centri l’alleanza Pd-Udc ma un contributo prezioso è stato fornito pure dalle liste Il Megafono, formazione politica diretta emanazione di Crocetta e del senatore Giuseppe Lumia. Altrettanto netta è stata l’affermazione personale di Enzo Bianco che espugna Catania sconfiggendo al primo turno l’uscente Stancanelli. Alle falde dell’Etna ricomincia tredici anni dopo l’era dell’ex ministro dell’Interno che ripete quanto già successo a Palermo con Leoluca Orlando.