Continua la querelle tra il CSM e il pm Antonio Ingroia, leader di Azione Civile.
[ad]Dopo il ricorso al TAR respinto per il trasferimento ad Aosta, nuovo procedimento disciplinare nei suoi confronti. “Sono amareggiato, ma non sorpreso” dice Ingroia.
Dopo la debacle elettorale di febbraio che ha visto Antonio Ingroia candidato a premier da Rivoluzione Civile, ora trasformatosi in Azione Civile, la parabola discendente del magistrato palermitano non si attenua. Infatti, dopo il deludente risultato elettorale Ingroia che aveva chiesto l’aspettativa al CSM, è stato trasferito alla Procura di Aosta.
Il pm, che aspirava ad incarichi ben più prestigiosi, come la procura nazionale antimafia, aveva quindi chiesto al TAR del Lazio di sospendere il trasferimento accusando il CSM di aver preso una “decisione politica ed ingiusta”. Lo scorso 23 maggio, però, il TAR ha dato ragione al CSM e quindi Ingroia sembra essere costretto a rimanere alla procura di Aosta. Non prima del 20 giugno, però, visto che è al momento in ferie.
Tuttavia, durante il suo periodo di ferie dalle sue funzioni di magistrato, sembra che il palermitano abbia partecipato più volte a manifestazioni politiche del suo movimento, cosa che ha infastidito il procuratore di Aosta Marilinda Mineccia che, riscontrando un illecito, ha segnalato la cosa al ministero della Giustizia e al procuratore della corte di cassazione.
Dalla segnalazione è quindi partita l’iniziativa del procuratore generale della cassazione Gianfranco Ciani che ha avviato un’azione disciplinare nei confronti di Ingroia. “Non mi sorprende, è una conseguenza della segnalazione della procura di Aosta alla procura generale della cassazione” commenta il pm palermitano. Ma alla domanda dei giornalisti sulle sue prossime mosse risponde che nei prossimi giorni ci sarà una conferenza stampa.
Per Ingroia è già la seconda azione disciplinare, dopo che fu accusato di vilipendio alla Corte Costituzionale in seguito al suo trasferimento ad Aosta.
E’ chiarissimo che le accuse contro il pm siano più che fondate, visto che ci sono prove della sua partecipazione attivamente alle iniziative di Azione Civile, oltre al suo account twitter da cui il magistrato dà notizia di varie iniziative politiche.
E queste iniziative politiche sono negate alla magistratura da un decreto del 2006, che prevede il divieto ai magistrati di partecipare attivamente alla vita politica per non compromettere l’indipendenza della magistratura e la terzietà dei suoi componenti. Ed è proprio su queste basi che si crede che alla conferenza stampa che sarà convocata nei prossimi giorni Ingroia sceglierà di abbandonare definitivamente la toga per dedicarsi alla politica.
Lo spazio di manovra per il leader di Azione Civile è davvero stretto, visto che ormai sembra partita una guerra tra lui e gli organi della magistratura. Quindi sembra scontata l’imminente definitiva scelta della politica, anche per evitare una condanna, visto che gli è stata già negata la possibilità di ottenere ruoli esterni, come nel caso dell’incarico come responsabile dell’ufficio tributi in Sicilia negato dal CSM. Non resta che aspettare la conferenza stampa in cui, si crede, Ingroia scioglierà tutte le riserve.