Il peso di Renzi nei Comuni. Il centrosinistra – ed in particolar modo la dirigenza del Partito democratico – tira un sospiro di sollievo all’indomani della schiacciante vittoria in quest’ultima tornata elettorale (sperando di bissare il successo ai ballottaggi siciliani).
[ad]C’è chi pensa che “sia un errore autogratificarsi senza riflettere, in quanto si è recato alle urne meno di un elettore su 2″ (Walter Veltroni, primo segretario democratico).
Oppure c’è l’attuale segretario-traghettatore Guglielmo Epifani che parla di “risultato omogeneo in tutto il Paese, un voto che premia il Pd e che premia i nostri candidati nei territori”. Tuttavia, i problemi interni al principale partito di sinistra rimangono: se a livello nazionale le diverse anime democratiche sembrano – per il momento – essersi chetate, nelle sezioni locali invece il dibattito è sempre più animato.
L’argomento della discordia sono ovviamente le “larghe intese” viste da buona parte dei militanti come un male necessario ma dagli effetti devastanti nel lungo termine.
Dunque, in attesa del prossimo congresso autunnale, il Pd tenta di riorganizzare (e rinnovare) i propri quadri, non senza evitare lo scontro frontale tra l’ala bersaniana anti-Renzi – che ha ufficialmente istituito una corrente dal nome “Fare il Pd” – e la crescente corrente affiliata all’iniziativa del sindaco di Firenze.
E proprio quest’ultima fazione democrat sembrerebbe aver raccolto ampi consensi tra i candidati amministratori, considerando che molti dei sindaci eletti in questo mese si sono esposti in favore della candidatura del giovane rottamatore alla leadership del partito.
La Toscana rimane ovviamente il bacino del consenso renziano, in cui sono stati eletti il neosindaco senese Bruno Valentini – anche se il diretto interessato precisa in una lettera alla città: “non ho utilizzato la vicinanza al progetto di Renzi per una qualsiasi forma di sostegno diretto od indiretto alla mia candidatura” – e Leonardo Betti, vincitore del ballottaggio di Viareggio. Così anche Alessio Calamandrei (Impruneta), Emiliano Fossi (Campi Bisenzio) ed Elisabetta Iacomelli (Gavorrano).
A Salsomaggiore Terme – città famosa per il concorso di bellezza “Miss Italia” – il nuovo sindaco è Filippo Fritelli, sostenuto direttamente da Renzi in campagna elettorale, mentre ad Imola si è reinsediato Daniele Manca.
Al comune di San Donà di Piave è stato eletto Andrea Cereser. In Liguria, Alessio Cavarra è stato scelto dai cittadini di Sarzana, così come a Velletri il collega Fausto Servadio. Andando più a sud, a Melito – vicino la Napoli di De Magistris – Venanzio Carpentieri è stato eletto primo cittadino, invece ad Afragola Domenico Tuccillo. In Sicilia, Giancarlo Garozzo – candidato a Siracusa – va al ballottaggio con un vantaggio considerevole. Stessa sorte anche per Filippo Spataro, per il comune di Comiso.
Questa la lista dei candidati e degli eletti di area renziana alle ultime elezioni amministrative, che si aggiunge alla cinquantina di parlamentari fedeli alla linea del rottamatore e ad altrettanti sindaci sparsi da nord a sud: un traguardo inaspettato all’indomani della sconfitta alle primarie per la premiership dello scorso anno.
Il Pd è sempre più “partito dei sindaci”. La sensazione è che Matteo Renzi sia consapevole della sua forza, grazie anche al sostegno dei suoi colleghi. Sarà proprio questo consenso dal basso a spingere il sindaco del capoluogo toscano verso la guida del Pd?