La nuova ‘rivoluzione azzurra’ ed il possibile ritorno di Berlusconi a Forza Italia. Tra i primi a lanciare la proposta l’ex ministro Galan.
[ad]Dichiarazione di Alfano: “Non ecludiamo affatto, anzi, il ritorno a Forza Italia”. Lo ha detto il vicepremier Angelino Alfano, parlando del futuro del Pdl di cui è segretario.
“Stiamo riorganizzando il Popolo della Libertà. C’e’ una grandissima voglia di fare un rinascimento di questa grande forza politica moderata che ha raccolto milioni di voti”.
La pesante disfatta alle ultime amministrative ha generato forti dubbi sul PDL. Il primo scontento è proprio Berlusconi che sta già progettando il rinnovamento del partito su una struttura innovativa. Non tutti sono, però, d’accordo. Comincia la discussione sulla nuova ‘rivoluzione azzurra’.
Il primo passo, simbolico, del prossimo rinnovamento del partito del cavaliere è il cambio della sede. Si abbandona la carissima sede di via dell’Umiltà e ci si trasferisce in piazza San Lorenzo in Lucina, con un risparmio annuo di 2 milioni di euro di affitto.
Ed è proprio la questione economica uno dei principali temi di discussione della cena di palazzo Grazioli dove il leader e fondatore del Popolo della Libertà ha incontrato alcuni esponenti del suo partito. Infatti il cavaliere sembra essere deciso a non investire molto, economicamente, in politica e attua quindi una spending review in vista dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Non solo il cambio della sede, ma anche uno snellimento della struttura partitica per far sì che il partito sia in grado di autofinanziarsi.
E così la cena/riunione di palazzo Grazioli pare sia entrata nel vivo, con un vivace dibattito moderato da Berlusconi. Berlusconi ha introdotto la riunione spiegando i tre punti principali della serata. Al primo posto il cambio del nome del partito, cancellando il Popolo della Libertà per tornare a Forza Italia, una mossa nostalgica per ricordare i fasti di un tempo. Secondo Berlusconi la nuova ‘rivoluzione azzurra’ non può che ripartire da un cambio di nome, visto che la gente è stanca della politica e dei politici. E fin qui, tutti d’accordo. Stessa situazione per la spending review sulla quale tutti sono d’accordo.
La discussione si sarebbe animata sul punto dell’organizzazione del partito. Infatti il Cavaliere, partendo da una proposta di Verdini-Santanchè-Capezzone (struttura di partito sul modello americano del “fund rising”) ha illustrato la sua volontà di andare oltre la forma organizzativa attuale. Trasformare il partito dotandolo di nuova struttura presidenziale, con Berlusconi che torna ad essere il deus ex machina. Sempre a livello nazionale, il Cav sembra essere propenso ad affidare il coordinamento dell’azione ad una “donna che sappia infiammare gli animi degli elettori” che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere Daniela Santanchè.
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[ad]Il principale cambiamento sarà a livello locale. Via i coordinatori regionali, via le tessere e via la struttura.
Ci saranno grandi imprenditori, uno per regione, che sfrutteranno la loro rete di contatti per radicarsi sul territorio e raccogliere fiumi di soldi per finanziare l’attività nazionale e regionale. Alla riunione sono stati già fatti i primi nomi: Benetton, Colaninno sr, Barilla (il quale ha già detto di “non aver interesse ad entrare in politica), Averna.