Da i primi dati che filtrano dal ministero degli interni iraniano l’ex segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, Hassan Rohani ha un notevole vantaggio nelle elezioni presidenziali in Iran che costituiscono più del 20 per cento dei voti. Come risultato della elaborazione di otto milioni di schede elettorali, il riformista moderato Rohani godrebbe di un consenso del 51,2 per cento (4.120.000 voti ).
Hassan Rouhani ed i suoi concorrenti
[ad]Chi è quindi il probabile futuro presidente dell’Iran? Hassan Rouhani 64 anni. Riformista moderato, è considerato un politico flessibile, sempre impegnato a trovare forme di compromesso con l’Occidente e di stabilire con esso un dialogo, smussando i contrasti. Gode del sostegno del clero ed è un esponente religioso lui stesso. Uno dei punti più importanti del suo programma elettorale è quello di Promesse di sviluppare e stendere una “Carta per le libertà civili.”
Prima delle elezioni, ha più volte sostenuto: “I miei obiettivi sono il rafforzamento della economia, l’integrità morale e il dialogo con il resto del mondo.”
Secondo le prime proiezioni è seguito ad una certa distanza dai suoi rivali, i conservatori. Primo fra tutti, il sindaco di Teheran, Mohammad Bagher Ghalibaf che si attesta per ora ad un poco lusinghiero 16,7 per cento; ancora più staccato abbiamo il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale e capo del programma nucleare iraniano, Saeed Jalili (13.1 %); segue il segretario dell’organo consultivo per la Guida Suprema dell’Iran Mohsen Rezai (13%). Gli ultimi due candidati , ovvero lex ministro degli affari esteri , Ali Akbar Velayati e l’ex ministro del petrolio e delle Telecomunicazioni Mohammad Saeed Garaz, possono già essere considerati con sicurezza escusi dall’eventuale lotta per il ballottaggio.
Ci sarà il secondo turno?
Se i dati reali confermeranno l’andamento delle proiezioni, che vedono Rohani godere di più del 50% dei suffragi non ci sarà il ballottaggio e l’Iran avrà entro oggi un nuovo presidente. Secondo le autorità, alle elezioni che si sono concluse a tarda Venerdì sera dopo ripetute estensione dei seggi elettorali, si è assistito ad una partecipazione di circa il 80 per cento degli oltre 50 milioni di iraniani aventi diritto al voto.
Seinvece Rouhani non dovesse essere in grado di mantenere lo slancio dei primi dati e non dovesse superare la soglia del 50 per cento dei voti, dopo il conteggio finale, il turno di ballottaggio si disputerà il 21 giugno nel secondo turno con il candidato secondo classificato
Secondo gli esperti, l’esito del voto non influenzerà la posizione di Teheran in materia di politica estera e interna chiave. Anche se dovesse vincere il riformatore moderato Rohani. Tutti i candidati, infatti, condividono alcuni pilastri della politica estera e di sicurezza iraniana favore della continuazione del suo programma nucleare alla quale nessuno degli aspiranti presidenti vuole rinunciare. Per quanto attiene la politica interna invece le cose potrebbero cambiare con Rohani che ha una linea molto più aperta in merito allo sviluppo delle libertà civili.