Il Riformatore Hassan Rohani è il nuovo presidente dell’Iran. Lo ha annunciato domenica 16 maggio il ministro degli Interni Mostafa M. Najjar.
[ad]A favore di Rohani hanno votato 18,6 milioni di cittadini (50.68 percento). Per un soffio, dunque, si è evitato di ricorrere al turno di ballottaggio. Un risultato a sorpresa che prima delle elezioni non era affatto scontato.
Le prime parole del nuovo presidente, non appena sono stati diffusi i risultati ufficiali sono state:”Io sarò un fedele servitore del popolo”.
Dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni, molti cittadini della capitale e di altre grandi città della Repubblica islamica si sono riversate per le strade a festeggiare la vittoria del loro candidato, Hassan Rohani.
Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei ha ringraziato il popolo iraniano per la loro partecipazione all’elezione del presidente della Repubblica islamica e si è congratulato con Hassan Rohani per la vittoria: “Ora si può pensare al futuro politico dell’Iran e a come risolvere i problemi della sua gente”. Ha auspicato la maggiore autorità iraniana, incontrando il neo eletto presidente.
Chi è Hassan Rouhani
Hassan Rouhani è un capo religioso e politico di primo piano, vicino all’ayatollah Khomeini e gode del sostegno del clero.
Aderisce a una posizione centrista, pertanto moderata, è politico flessibile, che non ha mai celato la volontà di dialogare con l’Occidente. Una delle sue maggiori promesse fatte in campagna elettorale è quella di stendere una “Carta per le libertà civili” a garanzie delle libertà individuale e verso un riconoscimento più ampio dei diritti
Cosa cambia ora per l’Iran e per il mondo?
Gli esperti internazionali e i politologi sostengono che il suo successo dimostra la volontà degli iraniani a cambiare.
Dopo dodici anni di presidenza Ahmadinejad, caratterizzati da posizioni reazionarie, da un conservatorismo retrivo, da isolazionismo e dal contrasto con l’Occidente, oggi l’Iran volta pagina e dice si al dialogo e a una nuova prospettiva politica, più aperta, più volta alla tutela dei diritti.
Le cancellerie occidentali guardano con soddisfazione a questi risultati confidando che i rapporti con la repubblica islamica possano scongelarsi. Tuttavia uno dei punti di maggiore frizione fra Iran e Occidente, ovvero la prosecuzione dello sviluppo del programma nucleare, non sembra essere messo in discussione dal nuovo presidente che in campagna elettorale ha sostenuto di non voler rinunciare a dotare l’Iran del nucleare.
Ciò per adesso non sembra preoccupare chi vede in questa elezione un buon segno per nuovi rapporti diplomatici basati sul dialogo.
CASA BIANCA, VITTORIA ROHANI SEGNALE SPERANZA
“Un potenziale segnale di speranza” così il capo dello staff della Casa Bianca, Denis McDonough, ha definito la vittoria del moderato Hassan Rohani in Iran. “Se Rohani è davvero interessato, come ha detto in campagna elettorale, a ristabilire le relazioni con la comunità internazionale, ci troverà pronti”.
ROHANI “PRONTI A PIU’ TRASPARENZA SUL NUCLEARE”
Nel suo discorso di insediamento il neo presidente dell’Iran ha usato un doppio registro per illustrare quale sarà la politica del suo governo. “L’Iran – ha esordito Rohani – perseguirà interazioni costruttive con il resto del mondo attraverso la moderazione”. “Il nuovo governo – ha aggiunto – sarà tollerante con gli altri paesi e da questo entrambe le parti ne beneficeranno”. E per quanto riguarda il nucleare nessun passo indietro “non sospenderemo l’arricchimento dell’uranio” ma “siamo pronti a mostrare maggior trasparenza”. Infine Rohani ha teso la mano agli Stati Uniti dicendosi pronto a negoziati diretti con la Casa Bianca, a patto che “Washington non interferisca negli affari interni dell’Iran”.