Maroni “Decido io, chi non è d’accordo se ne può andare”

Il clima in casa Lega si fa sempre più acceso. Sono molti i militanti vicini a Maroni che vorrebbero Bossi fuori dal Carroccio. Ma il segretario dei lùmbard non è dello stesso avviso: “C’è stato un dibattito aperto. Le decisioni le ho prese io come segretario generale e sono quelle che ho esposto. Le altre sono proposte, non le decisioni che ho preso io”. Anche il senatùr non si preoccupa più di tanto di una sua possibile espulsione. “Io sono superiore a queste beghe” ha detto entrando a Montecitorio.

[ad]Maroni ha poi inviato una lettera ai militanti in cui vengono indicate le linee guida da seguire per “riconquistare indecisi e delusi”.  E così ecco annunciare per il 15 settembre le assemblee provinciali e nazionali aperte ai militanti mentre il 21 e 22 settembre si terrà un’assemblea federale al Lido di Venezia per discutere di “programmi, di alleanze, di macroregione e di Padania”. La direzione da seguire per Maroni è una sola. “Dobbiamo far ripartire la Lega di Lotta che affianchi chi sta al governo di comuni, province e regioni con posizione critica, tornando a sventolare con forza le bandiere dell’indipendenza, della Padania e della nuova Europa dei popoli”. Infine una minaccia rivolta ai dissidenti: “Rimarrò segretario fino a che deciderò che sarà utile per il Movimento: chi non è d’accordo se ne può andare, chi continuerà a polemizzare e ad insultare se ne dovrà andare”.

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